“Domande precise, risposte evasive, nessun impegno concreto”
I lavoratori di decine di aziende di Milano e provincia hanno manifestato davanti alla Regione Lombardia, chiedendo un impegno per evitare licenziamenti e dismissioni
Nella mattina dei martedì 10 novembre i lavoratori dell’ Alfa di Arese, Agile (ex Eutelia) di Pregnana. Nokia Siemens Network di Cinisello e Cassina de Pecchi, Lares Spa e Metalli Preziosi di Paderno, Mangiarotti Nuclear di Milano, Ercole Marelli Power di Sesto e di altre aziende di Milano e provincia hanno manifestato davanti alla Regione Lombardia, ponendo una precisa domanda al Presidente Formigoni e alla sua Giunta: quali iniziative, quali atti concreti intende intraprendere chi governa questo territorio per evitare i licenziamenti e le dismissioni?
E’ toccato al Vicepresidente Rossoni rispondere, prima durante la seduta del Consiglio (alle interrogazioni su Alfa e Agile) poi all’incontro con sindacato e rappresentanti dei lavoratori. La seconda puntata è stata sostanzialmente la replica della prima: nessun impegno preciso.
Agile (ex Eutelia): la Regione Lombardia il 12 novembre incontrerà il “gruppo dirigente” di Omega (di cui fa parte Agile), ossia coloro che hanno avviato una procedura di licenziamento collettivo per oltre mille persone, mentre questa notte Samuele Landi, amministratore delegato di Eutelia con una quindicina di loschi figuri ha fatto irruzione nella sede romana presidiata, spacciandosi per rappresentante delle forze dell’ordine e minacciando i lavoratori.
Alfa di Arese: il “tavolo” cui rivolgersi è quello romano; Formigoni ha scritto a Marchionne chiedendogli di mantenere ad Arese progettazione, sperimentazione e centro stile, a breve verrà firmata una nuova convenzione con i comuni interessati che prevederà “anche attività produttive”. Peccato che i 232 dipendenti della progettazione, sperimentazione e centro stile, secondo Fiat il 4 di gennaio verranno trasferiti a Torino.
In sintesi: al di là del sostegno al reddito dei lavoratori (attraverso l’erogazione di ammortizzatori sociali) la Regione Lombardia non sa (o non vuole) mettere in campo misure per evitare la dismissione delle realtà industriali presenti sul territorio e la cancellazione di quel patrimonio di professionalità e saperi senza il quale non ci sarà alcuna ripresa.
Fiom-Cgil
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