Montedidio, una scommessa vinta
Tutto esaurito per la prima della stagione del Teatro del Popolo. Grande calore del pubblico che ha accolto lo spettacolo della Compagnia stabile locale con entusiasmo
Tutto esaurito e sono state aggiunte tante sedie per permettere a tante persone arrivate all’ultimo minuto di assistere a Montedidio. Non poteva partire meglio la stagione del Teatro del Popolo. Un pubblico soddisfatto, caloroso, che ha salutato i quattro giovani attori con tanti applausi. È raggiante Adriano Gallina e le ragioni sono tante.
Montedidio, tratto dall’omonimo romanzo di Erri De Luca, è la prima produzione della Fondazione Culturale 1860 Gallarate Città onlus realizzata con la Compagnia Stabile del Teatro del Popolo. Lo spettacolo, prima di sabato sera, è andato in scena per la prima nazionale nel festival di “Via Paal” e ha raccolto ampi consensi da parte della critica qualificata, oltre che del pubblico, ha la regia di Valentina Maselli, drammaturgia di Sara Mignoli, la supervisione artistica di Luciano Colavero, disegno luci di Luciano Mestriner e scene e costumi di Cristina Ferraro, vede in scena Gianna Emmanuello, Paola Ferraguto, Gabrio Monza e Samuel Salomone.
Un’altra ragione di soddisfazione per la Fondazione è proprio lo spazio del Teatro del Popolo. Un luogo dove proporre spettacoli ma che sia anche punto di incontro, di scambi, di proposte culturali oltre la semplice stagione teatrale. Per questo è stato allestito uno spazio con possibilità di letture e di intrattenimento per il pubblico.
Questo primo appuntamento ha subito visto il gradimento delle oltre duecento persone arrivate per assistere alla prima della stagione.

Un’altra ragione di soddisfazione per la Fondazione è proprio lo spazio del Teatro del Popolo. Un luogo dove proporre spettacoli ma che sia anche punto di incontro, di scambi, di proposte culturali oltre la semplice stagione teatrale. Per questo è stato allestito uno spazio con possibilità di letture e di intrattenimento per il pubblico.
Questo primo appuntamento ha subito visto il gradimento delle oltre duecento persone arrivate per assistere alla prima della stagione.
La storia è quella di un ragazzino di 13 anni che, a Montedidio, un quartiere di Napoli, si ritrova in poco tempo a crescere per diventare uomo. Perché è bastato che compisse appunto 13 anni per essere subito messo tra gli uomini a occuparsi di cose adulte. Si ritrova solo a fare i conti con la vita: la guarda, la osserva con gli occhi puri di chi ancora non sa, si lascia trasportare dagli eventi per imparare poi a gestirli. Con la sua consapevolezza cresce e muta anche il corpo, che si fortifica attraverso il lavoro e l’esercizio del lancio del bumeràn, una magica ala di legno che arriva dal mare e che deve volare.
Lo spettacolo nasce dalla scommessa e dalla convinzione che ai ragazzi si possa, anzi, oggi si debba parlare con rispetto, di cose serie, con delicatezza, ma senza bamboleggiamenti, ammiccamenti, tabù. Da questo punto di vista lo splendido romanzo/fiaba di Erri De Luca, con la sua ricchezza, cattura, porta con sé verso uno spettacolo che la Fondazione Culturale di Gallarate e la Compagnia Stabile del Teatro del Popolo hanno sentito come “necessario”. Quello che emerge in primo piano è un racconto di formazione giocato sulla necessità del sogno e dell’utopia come ancore di salvezza e speranza: l’esperienza sentimentale come scoperta, attraverso i primi amori, di una “forza di combattimento” che aiuta i giovani a sentirsi meno soli e ad affrontare, insieme, il mondo.
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