Aprono nuovi licei in provincia, in attesa della Riforma
L'assessore provinciale spiega le novità della riforma, ancora in alto mare per la mancanza dei regolamenti attuativi. Grande incertezza negli istituti tecnici e professionali. Novità per il liceo di Laveno
«Sono seriemante preoccupato del ritardo nell’iter approvativo dei regolamenti attuativi della Riforma Gelmini. Non è tollerabile che, giunti quasi a Natale, non si sappia nulla di certo».
L’assessore provinciale all’Istruzione e Formazione Andrea Pellicini non gradisce l’incertezza che ancora regna sovrana nelle scuole, impegnate a ricevere i ragazzi e i genitori negli open day che si stanno organizzando in questo periodo. Le profonde innovazioni introdotte sono ancora poco chiare e c’è confusione su ciò che accadrà da settembre 2010.
Per i licei le novità saranno limitate. Sarà "ufficializzato" il liceo linguistico che, nella provincia di Varese, continuerà a essere a Varese, Busto con la novità di Gallarate: saràl’Isis Gadda Rosseli ad aprire il nuovo indirizzo liceale.
Il liceo tecnologico, sulla cui figura però ci sono alcune perplessità a Roma, continuerà a Luino e a Tradate dove da anni c’è una spertimentazione all’itis Geymonat.
Lo psicopedagogico scompare per trasformarsi in "liceo delle scienze umane", con eventuale indirizzo economico: oltre a Varese, licei saranno aperti a Busto, a Bisuschio e a Saronno.
Rimane ancora da decidere se e chi adotterà l’indirizzo coreutico e musicale di cui si avvierà una sperimentazione nazionale limitata: « Il Comune di Gallarate si è attivato facendo richiesta ufficialmente grazie alla sperimentazione avviata dai licei dei Tigli e dalla presenza del conservatorio. Richieste sono giunte anche da scuole di Varese e di Busto. Una volta assegnata la sperimentazione, comunque, altri istituti potranno avviare un’offerta nell’ambito della propria autonomia, con professionalità e mezzi interni, cioè senza un euro aggiuntivo» ha chiarito l’assessore Pellicini.
La vera rivoluzione, però, riguarderà gli istituti tecnici e, ancora di più, quelli professionali: la Riforma ha stabilito che i professionali statali potranno solo assegnare il diploma e non più le certificazioni triennali che rimangono ad esclusivo appannaggio della formazione professionale regionale. La maggiore incognita è legata al percorso formativo: il professionale potrebbe adottare lo stesso modello degli istituti tecnici con il "2+2+1" dove solo dal terzo anno si approfondirebbe la parte pratica e di laboratorio.
Gli istituti tecnici, invece, sono in fibrillazione a causa del ridimensionamento deciso dalla Gelmini: degli undici indirizzi approvati, non sono ricomprese sperimentazioni che hanno dato brillanti risultati come l’Erica all’Itpa, il Mercurio all’Itc, le "Costruzioni aeronautiche". A Roma si sta lavorando per recuperare queste opzioni che le scuole non vogliono perdere, ma la fretta di arrivare a chiudere in tempi brevi i regolamenti attuativi potrebbe non essere sufficiente a far rientrare gli indirizzi richiesti.
« A gennaio – assicura l’assessore Pellicini – faremo degli incontri con la cittadinanza per spiegare le novità. Distribuiremo anche il nostro materiale esplicativo con l’offerta del territorio. Invito genitori e figli ad avere pazienza e a cominciare a conoscere le diverse realtà scolastiche per avere un quadro generale della situazione. Sono sicuro, comunque, che i presidi del nostro territorio sapranno rispondere a tutte le richieste e le esigenze, limitando al massimo i disagi per l’incertezza eccessiva in cui viviamo. C’è tutto il tempo per pensare prima delle iscrizioni, il cui termine ultimo è previsto per il 27 febbraio».
Tra le innovazioni che si registreranno dal prossimo anno ci potrebbe essere quella del liceo di Laveno: non rientrando in alcun indirizzo specifico, rischia di perdere la propria caratterizzazione. L’isis di Luino ( a cui il liceo fa capo) ha deciso di modificare il percorso facendolo rientrare nell’istruzione tecnico ambientale delle biotecnologie: «Magari qualcuno potrebbe preoccuparsi per il cambio di intestazione – rassicura Pellicini – ma solo in questo modo si può salvare un percorso formativo che poggia su una parte pratica molto consistente. La qualità della scuola non verrà meno e la garanzia è fornita dalla preside e dal corpo docente che continueranno a fornire una preparazione di alto livello».
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