La Lega avverte il PdL: “Più chiarezza o andiamo da soli”

«Niente minestre troppo salate, preferiamo restare leggeri e avere il passo spedito». La Lega samaratese torna a ventilare l’ipotesi, ormai sempre più concreta, di una corsa solitaria alle elezioni comunali del 2010. Il carroccio teme che le divisioni interne al PdL siano ancora irrisolte, ma vuole smarcarsi anche dagli «interessi personali» di alcuni esponenti locali del centrodestra.

 

Il gruppo dirigente locale, guidato da Leonardo Tarantino (possibile candidato leghista), fa la voce grossa, convinto di avere le carte in regola per guidare l’Amministrazione cittadina, sola o alla guida di una coalizione. Il problema centrale è quello già indicato alcune settimane fa e riproposto ora con un gustoso paragone culinario: «La Lega – scrivono – ha detto chiaramente che per aprire un possibile tavolo di trattative, era indispensabile che nel PdL fosse fatta chiarezza su chi comandava ufficialmente. Senza voler togliere alcun merito ai nuovi coordinatori Gallazzi e Venco, riteniamo che per i leghisti di Samarate la minestra sia troppo "pepata e salata" e ci siano troppi ingredienti con gusti che alla fine la rendono poco appetitosa». Il timore è che l’eventuale accordo di coalizione porti tutti a ricompattarsi per le elezioni, ma lasci aperte le contrapposizioni interne al centrodestra, che nel 2005 portarono alla sconfitta il centrodestra, quando «alcuni rappresentanti di un’area del PdL [attuale] sparlavano dei propri compagni di partito assenti screditandoli pesantemente, sotto un gazebo che doveva accomunare più bandiere». 

Al problema della litigiosità interna al maggior partito del centrodestra si aggiungono però, secondo i leghisti, anche altre questioni altrettanto spinose. A partire dalla «allergia di taluni a temi cari alla Lega» per arrivare alla «presenza di persone alla ricerca di vantaggi personali  (spazi nelle palestre e impianti sportivi) o a difesa dei ruoli ricoperti da  propri parenti». E non mancano i riferimenti polemici verso gli esponenti locali dell’UDC, che la Lega vedrebbe male in coalizione. Problemi diversi ancora da risolvere, nonostante  l’impegno dei coordinatori pidiellini: «le "mele marce" hanno già contaminato una parte del cesto e lo dimostrano i tafferugli e le iniziative scomposte delle passate settimane».

 

Corsa solitaria per il carroccio? No, per ora non c’è ancora una parola definitiva: le manovre nel campo del centrodestra sono ancora in corso, come del resto nel centrosinistra, che pure sta discutendo intorno a temi specifici. «A noi interessano concretezza, realismo e sincerità tra le forse politiche. Nascondere i problemi interni al PdL sotto il mantello di un accordo elettorale,  non è cosa che ci interessa, non vogliamo portare a casa nostra i problemi irrisolti di altri; ci interessa un accordo, qualora sia mai possibile, che sia la somma di più capacità, di più idee, che sia di valori aggiunti. Altrimenti anziché volare veloci ci toccherebbe arrancare lentamente con una palla al piede. Meglio stare leggeri e avere un passo spedito»