Un altro centenario festeggia il compleanno: è il Circolo San Pietro
La ricorrenza cade purtroppo all'indomani della tragedia che ha funestato il rione, e dopo un periodo di pesanti difficoltà: ma il circolo, forte della sua storia, guarda avanti dalla nuova sede in via Cardinal Simone
Ancora un centenario a Busto Arsizio, ma non è un nonno particolarmente longevo: è la Cooperativa Rurale che a Borsano (e non solo) è nota come il Circolo San Pietro. È essa stessa a ricordare, con orgoglio nonostante il periodo molto difficile, questo storico traguardo raggiunto, nel segno della comunità.
La cooperativa fu fondata nel 1909. Erano tempi di progresso materiale tumultuoso e di sviluppo del movimento cooperativistico di stampo tanto socialista quanto cattolico, quando Borsano era ancora un comune autonomo di poco meno di tremila abitanti, molto attivi nell’industria e nell’agricoltura. Non c’erano grandi possibilità si svago tant’è che sorsero diversi "circoli ricreativi", all’ombra dei campanili o dentro i movimenti politici.
Il 29 novembre di quell’anno fu sottoscritto da una cinquantina di "sampietrini" (così erano chiamati i devoti di San Pietro) lo statuto di una società, il cui primo articolo recitava: "Si è costituita in Borsano una Società di beneficenza allo scopo di riunire quotidianamente in amichevole convegno i soci procurando così a loro un onesto sollievo alle loro fatiche". Si noti il pudore quasi vittoriano, da Belle Epoque.
La prima sede fu in via Pavia, dove oggi c’è un supermercato, poi si spostò in via San Pietro, vicino al luogo dell’esplosione del 3 dicembre scorso; infine fu acquistato un fabbricato all’angolo tra via cardinal Simone e vicolo Macallè, ricostruito negli anni ’60 nelle forme attuali e solo in tempi recentissimi ceduto ad un nuovo asilo nido. L’attività si esprimeva soprattutto nella gestione di un bar ristorante, che ha avuto periodi di notorietà per l’eccellenza dei piatti tipici della cucina lombarda; notissima e molto attiva era anche la vendita e la produzione di vino; arrivavano dal sud vagoni di uva pregiata che veniva pigiata in un clima di festa paesana dai soci, sotto la sorveglianza di esperti enologi, per produrre un ottimo vino "Squinzano" o "Manduria".
Il sessantesimo anniversario, celebrato con solennità nel ’69 sembrava già un traguardo grande; e invece oggi i circa 190 soci (molti gli ultrasettantenni, pochi purtroppo i "giovani" under 50) si accingono a festeggiare il secolo.
Ci si è arrivati dopo aver attraversato un periodo difficile; le mutate condizioni sociali, la maggior disponibilità e possibilità di "sollievo" alle quotidiane attività, come scrivevano i trisnonni un secolo fa, hanno diminuito l’attività del bar, accumulando perdite di gestione, tanto da mettere in dubbio l’esistenza della Cooperativa.
Con coraggio e determinazione il manipolo di soci più attivo, con un sensibile sacrificio del patrimonio immobiliare (la succitata cessione), è riuscito a raddrizzare la situazione; oggi il Circolo si offre ai suoi soci in alcuni ambienti aperti nella corte di via Cardinal Simone 3, gestiti volontaristicamente. Il nuovo Consiglio, in carica da maggio, sta preparando proposte di attività che rimetteranno "in circolo" storia e cultura non solo del territorio borsanese, aprendo il secondo secolo di esistenza della Cooperativa; l’attuale statuto dice che la durata della Cooperativa è fissata al 2100 e nessuno vuol fermarsi prima.
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