Yamamay in Europa, un’emozione Forte
Alla vigilia dello storico esordio in Coppa Cev, il presidente biancorosso Michele Forte racconta le proprie sensazioni. «Vogliamo affrontare il torneo al meglio, in campo e nella cornice delle partite. Speriamo non ci tremino le gambe»
Giovedì 3 dicembre 2009 è una di quelle date che, volenti o nolenti, entrano a fare parte della storia della pallavolo provinciale. Domani sera alle 20,30 infatti la Yamamay Busto farà il proprio esordio in Europa, con la partita di apertura di Coppa Cev cui le farfalle si sono qualificate grazie al quarto posto ottenuto nell’ultimo campionato di A1. E se c’è una persona che più di tutti si merita la copertina nella circostanza, questi è Michele Forte, il presidentissimo biancorosso che non nasconde la propria felicità nelle ore precedenti al match contro le croate di Velika Gorica.
Presidente Forte, manca poco all’esordio continentale. Come si sente in questo momento?
«Vivo un’emozione davvero grande, perché per la prima volta la nostra società frequenta una manifestazione internazionale di questo livello. Lo spirito con cui la affrontiamo è quello di fare bene e prolungare così la nostra soddisfazione: vogliamo onorare la Cev sia dal punto di vista dei risultati sia di quello del contorno e infatti in queste ore stiamo allestendo al meglio il palasport. Ora speriamo non ci tremino le gambe una volta che il pallone sarà in gioco».
Dieci anni fa venne rifondata la società. Allora l’ingresso in Europa era un obiettivo pensabile?
«Non ne parlammo nemmeno, anche se da subito la volontà delle persone coinvolte era quella di creare un club forte e capace di creare una bella storia di sport. Così sono arrivate la vittoria della A2, il bell’esordio nella massima serie e la qualificazione alla Cev: averla centrata al secondo anno è stata una soddisfazione in più».
Un’avventura in cui coach Carlo Parisi ha sempre un ruolo fondamentale.
«Certo, ed è per questo che ce lo siamo tenuti stretto. La nostra società è una famiglia e non lo dico per falsa retorica. Se l’intesa con Carlo (i due nella foto a lato) procede, è perché assieme ci troviamo alla grande».
A proposito di famiglia: come si concilia la vostra struttura, con atlete che vivono "arroccate" intorno alla sede del club a Samarate, con il movimento della pallavolo di altissimo livello?
«Non so dire come si concilia con le Coppe… perché dobbiamo ancora giocarle. Scherzi a parte, l’organizzazione della Futura è uno dei punti di forza. Il fatto di avere sede e palestra fisioterapica in un luogo come Samarate e di avere ottimi rapporti con i nostri concittadini ha reso le cose più facili. Tanta gente si è avvicinata a noi, lavora in modo volontario, contribuisce alle attività e ci semplifica la vita. Spostarci in luoghi più affollati, anche solo in centro a Busto, ci creerebbe problemi logistici non indifferenti: qui invece costruiamo la nostra tranqullità».
Per concludere, uno sguardo al campionato. Che voto dà alla Yamamay fino a questo momento?
«Credo che fino a qui non si possa dare voto né alla nostra squadra né alle altre. È un torneo bello e difficilissimo perché i risultati hanno dimostrato che ogni formazione può vincere con tutte le rivali. Se le squadrone scendono in campo deconcentrate finiscono al tappeto contro chiunque: sarà una cosa strana ma è molto avvincente. Anche se credo che con il passare del tempo i valori tecnici emergeranno: a quel punto, i voti li darete voi».
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