“Grandi opere, pagheranno i cittadini?”
La coordinatrice del PdL Milena Melato critica l'amministrazione sulle opere pubbliche. "La scuola di via san Francesco è l'emblema dell'incapacità di governare"
La coordinatrice del PdL Milena Melato critica gli interventi sulle opere pubbliche completati o messi in cantiere dall’amministrazione cardanese: tra i punti su cui si esprimono dubbi c’è in particolare la questione delle strutture scolastiche.
Le opere pubbliche sono il fallimento più evidente del centrosinistra di Cardano: non si discutono numeri e fatti, ma come sono state realizzate e quanto sono costate, sperando che non debbano ricadere come eredità scomoda sulle prossime amministrazioni.
Forse l’assessore ai lavori pubblici non ha inteso appieno il senso del nostro ultimo intervento sull’argomento. Nessuno contestava le opere realizzate da questa maggioranza: e ci mancherebbe anche che nel corso di tre legislature di governo del centrosinistra cardanese (vi è da includere anche quella dal ’98 al 2002 di Giancarlo Aspesi dato che l’assessore Proto inserisce nel novero delle opere realizzate anche la scuola materna che fu pensata e progettata da quell’amministrazione) non si siano realizzate delle opere pubbliche! Riproporre per l’ennesima volta l’elenco delle grandi opere faraoniche del centrosinistra appare tuttavia stucchevole: i cardanesi lo conoscono ormai a memoria, l’hanno sentito come una litania alle ultime elezioni amministrative, e non ne sono certo orgogliosi. Restano grossi dubbi sul “come” queste opere sono state realizzate. Pensiamo per l’appunto alla scuola materna “steineriana” di via San Francesco, il fiore all’occhiello – solo per loro! – del centrosinistra cardanese. In realtà, l’emblema dell’incapacità di governare di una maggioranza che pensa più all’immagine che alla concretezza. Quella scuola è costata uno sproposito di soldi solo per l’inutile fissazione di voler costruire una scuola in un certo senso “alternativa” da poter consegnare alla storia, quando con un minimo di ragionevolezza in più si sarebbero potuti spendere gli stessi soldi per sistemare definitivamente il problema scuole su due plessi, come proponevano ai tempi i rappresentanti di Forza Italia. Non solo, è stata realizzata nel punto più inquinato del paese, proprio sopra l’imbocco del tunnel della superstrada 336, e nel punto più trafficato del paese, all’incrocio tra l’area mercato e la direttrice principale della circolazione di Cardano. Infine, ciliegina, ci si accorge ora che non è sufficiente per accogliere tutti i bambini cardanesi tanto che l’amministrazione è stata costretta ad aprire frettolosamente due nuove sezioni della materna nel vecchio plesso delle Manzoni e tanto che nel piano delle opere pubbliche è stata inserita la realizzazione di una nuova scuola materna.
Il punto che volevamo sottolineare noi del PdL è un altro, e paradossalmente l’elenco dell’assessore ai lavori pubblici lo mette ancora di più in chiaro: questa amministrazione continua a ricadere negli stessi errori, prediligendo una politica di opere faraoniche e di grande impatto alla concretezza della soluzione dei problemi veri del paese. Problemi che sono fatti anche e soprattutto di piccole cose, di esigenze spicciole, come le strade e i marciapiedi da sistemare, i servizi da adeguare, le strutture sociali e sportive da potenziare. Prendiamo la Casa Paolo VI, altro emblema del modo di operare di questa amministrazione: se ne parla da anni, c’è un cantiere aperto da anni, ma ancora non si capisce quando quell’opera andrà in porto. Nel frattempo sono stati spesi molti soldi e il risultato è ancora un punto di domanda.
Ora che l’inebriamento da grandi opere sta per esaurirsi (insieme ai soldi a disposizione per gli investimenti) probabilmente è giunto il momento di tirare una riga e analizzare cosa è stato fatto in questi anni. Si è addirittura arrivati a sfondare il patto di stabilità per procedere con le grandi opere e si è deciso di urbanizzare a dismisura il paese investendo però gli oneri versati dai costruttori nelle grandi opere invece che nel potenziamento dei servizi primari che l’amministrazione dovrebbe garantire alle nuove edificazioni e alle nuove famiglie accolte a Cardano.
Ci chiediamo se i costi di questa ubriacatura di investimenti (spesso discutibili) non ricadranno sulle amministrazioni a venire, in termini di debiti da estinguere e di rate di mutui da ripagare. Se fosse così, ci renderemmo conto di quanti soldi (anche provenienti da enti superiori) sono stati sprecati per qualche incomprensibile smania di grandezza e di quante opere, realmente utili e necessarie, sono state accantonate o rinviate per fare spazio ai grandi progetti. A quel punto forse sarà troppo tardi per rimediare.
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