Piccolomo non collabora e davanti ai pm tace
Interrogatorio per l'indagato che si è avvalso della facoltà di non rispondere. Tempi brevi per l'inchiesta, tra pochi giorni il nulla osta ai funerali
Si è avvalso della facoltà di non rispondere come previsto e non ha voluto chiarire ulteriormente la propria posizione di fronte ai pm che lo hanno convocato in procura per interrogarlo questa mattina. Giuseppe Piccolomo mantiene la stessa strategia difensiva che ha attuato fin dall’inizio e non collabora con i magistrati che stanno indagando sull’assassinio di Carla Molinari, l’anziana di 82 anni uccisa con un oggetto appuntito e tagliente il 5 novembre a Cocquio Trevisago, nella sua villetta, e a cui l’aggressore ha mozzato le mani portandosele via. La procura fa sapere che a giorni darà il nulla osta per i funerali, in attesa dei risultati dell’autopsia (il perito aveva chiesto una proroga dei tempi per le analisi). Dalla procura filtra anche un’altra notizia: l’indagine avrà tempi brevi.
Per l’accusa è lui il colpevole. Il pm Maurizio Grigo e Luca Petrucci ne hanno disposto il fermo a fine novembre. Piccolomo è in carcere da allora, le motivazioni dell’arresto sono state ribadire anche dal gip e dal tribunale del riesame di Milano che ha confermato la sussistenza di gravi indizi e respinto il ricorso che aveva presentato l’indagato. Questa mattina alle 10 e 20, Giuseppe Piccolomo, scortato dagli agenti della polizia penitenziaria si è presentato al quarto piano del palazzo di giustizia, entrando nell’ufficio del pm Luca Petrucci. E’ apparso frastornato dalla presenza dei giornalisti: maglione grigio, pantaloni beige, le scarpe da tennis bianche con la striscia rossa che calzava anche al momento del fermo in questura, occhiali, la barba fatta e ben curata. Piccolomo era assistito dal suo legale Simona Bettiati, a cui si è aggiunto un secondo avvocato, Giovanni Pignataro. Per i pm non cambia nulla e l’inchiesta va avanti. «Era suo diritto avvalersi della facoltà di non rispondere, andremo avanti con gli accertamenti che avevamo già previsto» spiega il procuratore capo Maurizio Grigo. Nei prossimi giorni, la procura farà analizzare i capelli trovati all’interno della abitazione dalla scientifica e disporrà gli accertamenti a caccia di tracce ematiche, organiche e del dna all’interno dell’abitacolo della Nissan Micra. La difesa aveva chiesto che venissero effettuati in «incidente probatorio», ovvero alla presenza degli avvocati e con il contradditorio tra le parti. aprendo una finestra del futuro processo per cristallizzare le prove. Ma il gip Giuseppe Fazio ha respinto la richiesta. Una decisione tecnica, motivata dal fatto che al gip è arrivata una documentazione troppo scarsa e poco precisa, insufficiente dunque a motivare una richiesta di perizia in contradditorio. La procura procederà comunque con quegli accertamenti, il codice glielo contente, anche senza la presenza dei difensori. L’obiettivo è quello di trovare la traccia che ancora manca. Ovvero la presenza dell’assassino in quella casa, quel giorno. Fino ad oggi, la ricostruzione è stata solo indiziaria anche se gli elementi a disposizione sono molto interessanti: a cominciare dalla presenza dei graffi sulla faccia dell’uomo comparsi proprio il giorno dopo l’omicidio, fino alla prova dei mozziconi: una donna lo vide quella mattina mentre svuotava un posacenere ed è scientificamente provato, grazie ala prova del dna, che una delle sigarette trovate nella casa di Carla Molinari fu raccolta proprio al Bistrot di Cocquio.
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