Torna il pool anticontraffazione alla Procura di Milano
Il plauso dell'assessore regionale per la Polizia locale Maullu, che accoglie "con estremo favore" la decisione. Il fenomeno dei falsi è cresciuto vertiginosamente nel decennio passato: Milano epicentro dello smercio
“Accolgo con estremo favore la decisione del Procuratore della Repubblica Manlio Minale e del Procuratore Aggiunto Nicola Cerrato per la decisione di ricostituire il pool anticontraffazione a Milano. L’obiettivo resta sempre quello di sensibilizzare l’opinione pubblica sulla necessità di contrastare un fenomeno che, solo negli ultimi dieci anni, è aumentato del 1.600%. E lo si deve fare intervenendo in modo deciso nel contrastare i produttori del falso a tutela dei produttori e dei consumatori.” Così Stefano Maullu, dirigente lombardo del Pdl e assessore alla Polizia locale di Regione Lombardia, nel commentare la decisione della Procura di Milano di rilanciare il pool di magistrati dedicati alla lotta alla produzione e al mercato della contraffazione.
La contraffazione sta dilagando in quasi tutti i settori della produzione e del consumo: la moda, l’abbigliamento e la pelletteria ne pagano le conseguenze sicuramente peggiori, ma numeri notevoli e comunque in crescita, si registrano anche nell’orologeria, nella produzione di scarpe, nella profumeria, nell’occhialeria e nell’elettronica di consumo (software compresi). Non sono immuni neanche i settori delle sigarette, dell’attrezzatura sportiva, dei mobili, dei giocattoli e addirittura dei pezzi di ricambio per auto e aerei.
In Europa, tra i principali produttori di falsi spiccano l’Italia, la Spagna, la Turchia e i Paesi dell’ex blocco sovietico. Il nostro Paese si distingue per la diffusione del fenomeno del lavoro irregolare (12% del totale occupati), evasione fiscale (17% del PIL), e dimensione dell’industria del falso (con un volume d’affari quantificato tra 4 a 7 mld di euro)".
“Milano e il suo hinterland – spiega Maullu – risultano tra le aree maggiormente interessate alla produzione di merci contraffatte insieme a Napoli e alla provincia di Prato, dove prevale la presenza di cinesi. In Lombardia sono presenti solo "focolai" di mercato del falso perché il fenomeno è in rapido decremento soprattutto per quanto riguarda l’hinterland milanese. Rimangono punti di produzione nel Bresciano e nel Bergamasco, mentre a Milano purtroppo rimane alta la circolazione dei falsi. Solo il mese scorso quasi un milione di articoli tra giocattoli e prodotti elettronici sono stati sequestrati tra le province di Lodi e di Monza, mentre diciassette milioni di capi d’abbigliamento contraffatti sono stati sequestrati in un enorme capannone a Corbetta, nel milanese. Guanti, vestiti, scarpe, sciarpe, tutto destinato ai mercati lombardi e che è stato devoluto alla Croce Rossa. In Lombardia, secondo i dati forniti dalla Camera di Commercio di Milano, la contraffazione e il mancato rispetto delle norme sulla sicurezza dei prodotti e sulla tutela del Made in Italy, costerebbero alle nostre imprese 3,4 miliardi di euro all’anno, ovvero circa 4.200 euro per ogni singola impresa”.
“Bisogna poi tenere conto – conclude Maullu – che i prodotti contraffatti sono fabbricati nella maggior parte dei casi nel più completo disprezzo delle norme a tutela della salute e sicurezza, mettendo in questo modo in pericolo il consumatore. Anche il lavoratore stesso è danneggiato da questo processo distorto in quanto, se inserito nelle imprese del falso, subisce una condizione lavorativa priva di quei diritti e tutele previsti dalla legge”.
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