Ricomincia Sanremo tra spogliarelli e principi bocciati
Partita la sessantesima edizione del Festival della canzone Italiana:belle canzoni, gruppi trash e persino uno spogliarello in diretta promettono un'edizione non noiosa. E oggi arriva il bustocco Marino
E’ stata aperta da Paolo Bonolis, il presentatore dell’edizione 2009, la sessantesima edizione del festival di Sanremo condotta da Antonella Clerici. Un simpatico espediente che ha permesso ai partecipanti di togliersi un paio di necessari sassolini dalla scarpa – dal cambio di direttore generale alla “durezza” Rai nei confronti dell’ex collega della Clerici Beppe Bigazzi – e ha permesso alla conduttrice, passata dalla Prova del Cuoco al palco più guardato d’Italia con garbo e caparbietà, di partire senza troppe emozioni.
Il primo giorno di Sanremo – che per la prima volta ha esibito un palcoscenico senza le solite barriere architettoniche, sostituendo alle scale un ascensore ad astronave – ha visto già molti cantanti, qualche emozione e alcune delusioni.
In media, le canzoni non sono affatto malvagie: a colpire di più l’attesa canzone di Simone Cristicchi, che ha scatenato un caso diplomatico con la Francia per avere citato ironicamente la first lady Carla Bruni, ma che è più simpaticamente provocatoria nel tormentone “Sarko-sì, Sarko-no”. Atteso, con una punta di timore, anche Povia e le sue provocazioni ad orologeria: ma quello che colpisce di più a dire il vero del suo nuovo pezzo è la straordinaria somiglianza musicale con la sua “Vorrei avere il becco” meglio nota come “la canzone dei piccioni”.
Drammaticamente banali – e qui chi scrive è già pronta a ricevere valanghe di insulti via commento – i Sonohra, che non solo avevano l’aspetto dei fratelli minori dei Tokio Hotel, ma hanno messo insieme nel testo un vero e proprio compendio di luoghi comuni destinati alle canzonette sull’amore, culminato in un “beibeeee” che vorrebbe essere anglofilo ma è solo un po’ buffo. Come tormentone, probabilmente, farà il paio con “giuria, tromba!” della Clerici, che invoca lo stop al tempo per la giuria demoscopica: loro sono infatti passati in finale. Supertrendy invece Arisa, che vestita da vispa teresa ha cantato la sua "Malamorenò" con le Sorelle Marinetti, ovvero, come molto semplicemente le ha chiamate lei "Andrea, Nicola e Marco".
Stoppato invece, l’altro gruppo principe del trash a Sanremo. Un titolo che non si meritano solo per la presenza del vero principe Emanuele Filiberto, che come tutti si aspettavano non sa cantare, ma anche per il pazzesco insieme – il pur bravo nel suo mestiere Pupo, un tenore, e appunto il principe – coagulato per cantare una canzone dalla retorica patriottica che non prende più forse nemmeno tra gli italiani all’estero.
Ma stoppato anche l’unico cantante in dialetto della manifestazione, Nino D’Angelo: che in realtà aveva una gran bella canzone, perdipiù contro la Camorra, cantata in duetto con una star napoletana, Maria Nazionale.
Con lui e con “i Filiberti” come sono stati ironicamente chiamati su Facebook, è stato escluso anche Toto Cutugno: che non ha fatto sul palco di Sanremo ieri la sua migliore performance, ma avrebbe dovuto essere premiato per la sua sincerità di uomo ultracinquantenne. Si è infatti presentato brizzolato, abbandonando la tinta nero corvino degli anni passati.
Tra gli ospiti fa quasi tenerezza l’italiano claudicante di Antonio Cassano, che risponde alle domande della Clerici con ingenuità e rozzezza – ma non si pente di quasi nessuna delle sue intemperanze, “tranne quella della maglietta” – e presenta la sua timidissima fidanzata, di cui passa il tempo a temere la gelosia. E rientra nella generale "rappresentanza delle minoranze" anche Susan Boyle, che però ha cantato per l’ennesima volta la canzone che l’ha portata al successo nel reality "Britain’s got talent". Ma le emozioni, per chi è rimasto sveglio, sono arrivate alle 23: con un inaspettato spogliarello VERO di Dita Von Teese, ex di Marilyn Manson e diva del burlesque, spogliarello spiritoso e glamour inventato da lei. Una vera sorpresa, il fatto che abbia mostrato una performance pressochè completa, che l’ha vista concludere lo spettacolo in una grande coppa coperta da una mutandina color carne con gli strass e dei copricapezzoli con frange.
Oggi, dopo la presentazione lampo di ieri sera (5 secondi a testa) potremo vederci in gara – oltre ai restanti 12 big, di cui ne verranno bocciati ancora due – anche i primi cinque giovani: tra i quali come ben si sa c’è anche un bustocco, Luca Marino. Saremo tutti lì a fare il tifo.
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