Si lancia col parapendio e muore

La vittima è un 55 enne consulente aziendale di Vedano Olona. A dare l'allarme gli amici con cui aveva organizzato il lancio. L'incidente è avvenuto sul Monte Cornizzolo (Lecco) il santuario per chi ama il volo con il deltaplano e il parapendio

Aureliano Lamera vittima di un incidente con il parapendioIl parapendio era la sua passione e appena aveva un po’ di tempo libero organizzava dei lanci, ovunque si trovasse, anche all’estero. Domenica, 21 febbraio, l’ennesima trasferta, questa volta vicino a casa, sul monte Cornizzolo  in provincia di Lecco. Per Aureliano Lamera (foto), 55 anni di Vedano Olona, è stato l’ultimo volo. Per motivi ancora da accertare, verso le 13, si è schiantato a terra a poca distanza dal punto da cui era decollato. Le persone che erano con lui hanno dato subito l’allarme. Sul posto sono intervenuti i carabinieri di Lecco, il 118, il soccorso alpino e l’elisoccorso da Bergamo, ma l’uomo è deceduto sul colpo.
Aureliano Lamera faceva parte del gruppo sportivo di Taceno (Lecco) con il quale organizzava le escursioni e i lanci. Il volo era una passione profonda, tanto che nel team era soprannominato «l’uomo volante».
«Il Cornizzolo è un punto sicuro – spiega il responsabile del Parapendio club di Laveno – e Aureliano era uno sportivo preparato. Difficile dire cosa sia successo, bisogna capire la dinamica».
Lamera abitava a Vedano Olona in via Chiesa 55, faceva il consulente aziendale per una ditta di robotica di Milano. Era sposato con una donna finlandese, scomparsa qualche anno fa, da cui aveva avuto una figlia che vive in Finlandia con i nonni materni. «Tornavamo insieme ogni sera in treno – racconta Silvio Tizzi, assessore allo Sport del comune di Vedano Olona – e lui mi accompagnava a casa in macchina. Mi raccontava di questa grande passione che aveva per il parapendio e anche del paracadute da usare in caso di pericolo. Insomma, era un esperto che non trascurava la sicurezza. Viaggiava molto, spesso accompagnato dalla figlia, che vive all’estero. Era appena stato in Turchia e in Canada, e appena poteva si lanciava».

Il Cornizzolo è una sorta di santuario per chi ama il parapendio. Incastrato tra cielo e lago, è lo scenario che ospita spesso gare nazionali ed internazionali. «Volo da oltre dieci anni e a memoria non  ricordo incidenti mortali sul Cornizzolo – dice Dario della locale scuola di parapendio-. Questo è un posto sicurissimo e gli incidenti in rapporto al numero dei praticanti sono quasi inesistenti. Bisogna capire cosa è successo, io Aureliano non lo conoscevo. Mi dispiace».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 21 Febbraio 2010
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