Tusek non vuol parlare di salvezza. «La Cimberio vale di più»
Il pivot sloveno, tra i migliori in questo scorcio di stagione sprona i compagni: «Proviamo a puntare in alto: basta poco per migliorare la classifica»
Non sapremo mai se la "soluzione Tusek" varata in corsa dalla Cimberio in questa stagione sia meglio del progetto originale che prevedeva nel ruolo di pivot (o meglio, di "numero 5") la presenza di Ronald Slay. Però di una cosa siamo certi: il lungo sloveno, giunto a inizio novembre, sta dando un contributo importante alla stagione varesina. Buone cifre (10,8 punti, 4,2 rimbalzi con il 52% da 2 e quasi il 40% da 3 punti), impatto concreto e atteggiamento di grande professionalità hanno fatto di Tuki un giocatore imprescindibile per lo scacchiere di Pillastrini e non è un caso che nell’unica sua assenza per infortunio (a Cremona) la Cimberio sia stata affondata dal pivot avversario.
Tusek, primi tre mesi a Varese: un bilancio di questo periodo.
«Non siamo andati male ma possiamo sempre migliorare. Basta pensare a domenica scorsa al Forum: eravamo avanti di cinque punti e soprattutto avevamo la partita in mano nell’ultimo quarto e poi Milano ci ha superato. Con qualche palla persa in meno e un po’ di difesa in più saremmo qui a festeggiare una bella vittoria. Però non ci deve mancare l’ottimismo: anche nelle sconfitte abbiamo dimostrato di poter giocare per i due punti fino all’ultimo contro tutte le avversarie. La stada è giusta: dobbiamo continuare a lavorare bene in settimana e poi dare tutto sul campo alla domenica, o al sabato naturalmente».
Lei viene da una lunga esperienza con squadre di alta classifica e di Eurolega. Come si trova a dover giocare per un obiettivo minore, come la salvezza?
«Semplicemente non ritengo che questa squadra sia da semplice salvezza, anche se questo è il primo obiettivo. Noi giocatori dobbiamo provare tutti a dare qualcosa in più per il bene della squadra e pensare che possiamo centrare i playoff: questo gruppo può farcela. Arrivano partite importanti come Teramo, Biella, Montegranaro: tolta Siena tutte le avversarie si possono affrontare e battere perché la classifica non è l’unico parametro da valutare per esprimere il valore di una squadra. Proviamoci».
Nel reparto lunghi, lei e Galanda siete affiancati da due giovani come Martinoni e Antonelli che in questo momento stanno facendo un po’ fatica. Che consiglio può dare loro?
«A Nick e Ricky dico di continuare a lavorare forte in settimana contro Gek e me. Affrontino l’allenamento come se si trattasse di una partita, giochino tutti i giorni al 100%: la nostra esperienza li può far crescere».
Sabato arriva Teramo che sotto canestro ruota attorno a un italiano, Valerio Amoroso. Come affrontarlo?
«Conosco bene Amoroso ma non è l’unico giocatore di cui preoccuparsi. C’è Stanescu che è stato mio compagno di squadra a Kazan, c’è una vecchia volpe come Jurak e nel complesso la Tercas è una buona squadra e finora ha vinto più di noi. Valerio è un giocatore che può dare molto se viene lasciato giocare come preferisce e se può entrare in ritmo. Noi cercheremo di non favorirlo in questo senso».
Tusek fuori dal campo. Lei ha girato molto in Italia e all’estero: come vive Varese?
«Se devo essere sincero non faccio grande vita sociale. Abito a Casciago, amo stare a casa e passare il tempo con mia moglie. A Varese mi piace passeggiare ogni tanto per il centro mentre se ho la giornata libera "evado" verso il lago di Como o la Svizzera».
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