Expo 2015: un marchio che vale 60 miliardi

È il valore del brand economico, tra “reputazione” ed immagine dell’evento. Per 9 imprenditori lombardi su 10 l’Esposizione Universale produrrà effetti positivi

Crescono la visibilità e la riconoscibilità, anche internazionale, di Expo 2015, tanto che il brand economico, tra “reputazione” ed immagine dell’evento ospitato da Milano, vale per il capoluogo e per l’intera area metropolitana della “grande Milano” quasi 60 miliardi di Euro. L’evento, del resto, è considerato una grande occasione non solo per Milano ma anche per l’intero Paese dalla maggioranza dei lombardi (73%).
Ed insieme alla visibilità, crescono anche le aspettative delle imprese lombarde che per il 2010 sperano in un incremento del proprio giro d’affari legato a Expo di 8 miliardi di Euro. Circa il 40% del giro d’affari andrà a beneficio delle PMI lombarde fuori Milano, con un incremento di circa 525 milioni di Euro per le imprese bresciane, 500 milioni per quelle della Brianza e oltre 454 milioni per quelle del comasco. Per il 90% degli imprenditori lombardi Expo 2015, inoltre, avrà importanti conseguenze sul territorio. Più della metà (56,2%) si aspetta come principale beneficio di Expo un potenziamento della rete infrastrutturale, seguito dalla creazione di nuovi posti di lavoro (17,3%) e dal miglioramento dell’intera offerta turistica (15,6%). Del resto, l’indotto di Expo 2015 legato ai settori di ricettività, cultura e trasporti stimato per la Lombardia è di più di 9 miliardi di Euro che valgono, solo nel settore del turismo, 35 mila posti di lavoro in più in Lombardia, Milano esclusa.
E’ quanto emerge da una stima dell’Ufficio Studi della Camera di commercio di Monza e Brianza, nell’ambito del progetto ERI (Economic Reputation Index) su dati Anholt Brand Index, Registro Imprese, Istat, Censis, Isnart, Istituto Tagliacarne, e dalla indagine “Expo e imprese lombarde”, che ha coinvolto 1050 imprese lombarde, realizzata dalla Camera di commercio di Monza e Brianza e presentata in occasione del convegno “Verso il 2015: l’Expo che innova. Alimentazione, green economy e salute”, che si è tenuto oggi a Monza, presso l’Hotel de la Ville, alla presenza, tra gli altri, di Carlo Edoardo Valli Presidente della Camera di commercio di Monza e Brianza e Lucio Stanca a.d. Expo 2015 S.p.A.
“L’Expo è una grande opportunità – ha dichiarato Carlo Edoardo Valli, Presidente della Camera di commercio di Monza e Brianza – per Milano, la Brianza e l’intero Paese, sia in termini di indotto connesso alla preparazione sia, ancor di più, per l’Expo che resta, vale a dire per quelle ricadute economiche e di valore aggiunto che un grande evento globale produce. E per questa iniziativa, che è al tempo stesso un’importante occasione di sviluppo strategico, occorre trovare un orizzonte di crescita comune, così da puntare sulla sfida della qualità di un Made in Italy produttivo, innovativo e globale.”
“La sfida che abbiamo davanti tutti insieme è creare una serie di eventi e iniziative non solo nei sei mesi del 2015, durante i quali si svolgerà Expo, – ha dichiarato Lucio Stanca a.d. Expo 2015 S.p.A – l’obiettivo è concepire un percorso che costruisca una rete di relazioni con il territorio che consenta di valorizzare le eccellenze delle diverse aree e dei diversi settori produttivi del Paese. Dobbiamo lavorare in squadra, perché Expo lasci un’eredità concreta. In questa sfida non ci sono spettatori. Si vince se tutto il sistema si mobilita.”

I risultati dell’indagine per provincia. Sono i comaschi i più convinti che l’Expo sia una grande occasione per Milano e per il Paese (85,1%), ma lo credono anche gli stessi milanesi (70,8%) e complessivamente i lombardi (73%). I bergamaschi sono fra gli imprenditori lombardi i più “fiduciosi” in Expo 2015: il 53,8% crede in benefici diretti sulla propria impresa derivati dall’Esposizione Universale, seguono gli imprenditori comaschi (49,3%), lecchesi (46,8%) e milanesi (45,7%). E sono gli imprenditori bergamaschi i più convinti “dell’effetto Expo”: il 64,5% pensa ad uno sviluppo delle infrastrutture mentre sono i lecchesi e i comaschi a puntare più degli altri lombardi su un miglioramento dell’offerta turistica, da quella culturale a quella enogastronomica.

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Pubblicato il 04 Marzo 2010
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