“Il nostro ufficio postale è indegno di un paese normale”

Il Sindaco massimo Cesaro scrive ai vertici di Poste Italiane per lamentarsi dei disagi dei suoi cittadini e minaccia di rivolgersi al Prefetto

Se c’è il sole, passi. Si può anche attendere all’esterno visto che nell’Ufficio postale di Cuasso al Monte più di due persone non ci stanno. Ma quando piove, nevica o la tramontana taglia il viso, aspettare in strada il proprio turno per arrivare allo sportello dà veramente fastidio.
Non va meglio al personale, tre dipendenti che si muovono a fatica fra la corrispondenza da smistare. Il problema è che l’Ufficio delle Poste è un “buco” indegno di un Paese normale.
Proteste il Comune ne ha fatte una dietro l’altra. Poi, visto che con le telefonate – e le rassicurazioni di comodo della Direzione provinciale delle Poste – non si veniva a capo di nulla, il sindaco Massimo Cesaro ha perso la pazienza e ha chiesto un incontro con i vertici delle PT, così insensibili da non prendere in considerazione neppure l’adeguamento dei locali. «Non c’è sicurezza, e come si fa a chiamare servizio quello reso da quel bugigattolo?» s’arrabbia Cesaro. «Vedere la gente in attesa fuori dalla porta fa pensare a chissà quale ressa ci sia all’interno dell’Ufficio. Macché, la verità è che manca lo spazio anche minimo per svolgere le operazioni di lavoro».
Se a Cuasso al Monte, nella frazione di Cuasso al Piano non ridono. Perché qui le condizioni di lavoro del personale sono pressoché identiche. E non cambiano i disagi per l’utenza.
Per tutta risposta le Poste avevano immaginato in un primo tempo di chiudere uno dei due Uffici. Troppo costoso mantenerli aperti entrambi, cercavano di giustificarsi senza nemmeno conoscere forse che il territorio comunale parte dai 290 metri di quota del lago e arriva fino ai quasi 1.200 del Piambello e che le ultime case sono a 900 metri di altitudine.
«Di fronte alla mia dura reazione – commenta Cesaro – le Poste hanno proposto di lasciare aperti entrambi gli sportelli ma a giorni predeterminati. Tre giorni a Cuasso al Monte, tre a Cuasso al Piano. Mi sembra un’idiozia».
Altro peccato mortale che il sindaco mette in evidenza, quello del Bancoposta. «I depositi ed il numero dei conti sono aumentati. Ma non c’è, in nessuno dei due uffici postali un bancomat per prelevare danaro. Se si considera che l’unico Istituto di credito in paese è la Banca di Legnano che è a Cuasso al Piano, si può immaginare quale servizio scadente finiscano per offrire le Poste».
Fine dell’odissea? Magari. L’ultima chicca dimostra il totale disprezzo che la Direzione delle Poste mostra per i problemi sollevati. «Prima di Natale ho sollevato di nuovo il problema con due funzionari, uno proveniente dalla Direzione provinciale, uno da quella Regionale. Ho inviato loro anche messaggi di posta elettronica, mail insomma. Mai avuto una risposta».
Così di fronte al silenzio assordante delle PT, Cesaro ha in mente di consegnare al Prefetto un memorandum. Proprio come aveva fatto fra Natale e Capodanno con l’Enel per una serie di disagi sopportati da metà paese. Allora, dopo averne parlato ai giornali, Cesaro raccolse la solidarietà e l’interessamento della Prefettura con il Prefetto, Simonetta Vaccari, che aveva chiesto spiegazioni a Enel. La compagnia elettrica è intervenuta e ha risolto i problemi. «Nei giorni scorsi la società ha provveduto a collocare una strumentazione che rileva i cali di tensione che ancora vengono denunciati da alcuni residenti. Si tratta di capire – riassume concludendo Cesaro –se le cadute siano provocate da un problema sulla linea oppure se all’origine ci sia qualche sequenza di cortocircuiti in qualche abitazione». Quanto all’erogazione dell’energia, Enel sta anche lavorando per equiparare progressivamente i carichi di elettricità trasportata dalle due linee che servono Cuasso.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 08 Marzo 2010
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