Volandia si collega con Malpensa

Inaugurato il percorso pedonale fra il terminal 1 e il Museo dell'aeronautica. Continuano a pieno ritmo i lavori per l'inugurazione dell'8 maggio prossimo. esposta una replica del Blériot XI con cui Geo Chavez attraversò per primo le Alpi, morendo a seguito dell'impresa

Volandia prosegue la marcia d’avvicinamento all’inaugurazione dell’8 maggio, centenario del primo volo di un aereo Caproni (costruito proprio nei capannoni oggi destinati al museo) collegandosi al grande terminal di Malpensa. Lo fa con un percorso pedonale ufficialmente aperto oggi, venerdì 26 marzo, promossa dalla Fondazione Museo dell’Aeronautica e finanziata da Sea. Nonostante la pioggia battente e le raffiche di vento, lo spirito era alto: il museo dell’aeronautica, in prospettiva il più grande al mondo, continua un pezzo dopo l’altro la sua complessa costruzione. Il collegamento pedonale, in tre sezioni, corre lungo il percorso del viadotto d’uscita dalla zona partenze, e permetterà ai visitatori dell’aeroporto di raggiungere Volandia in cinque minuti a piedi, con opportune segnalazioni in loco.

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Nutrito il parterre dei partecipanti. In testa, ovviamente, l’on. Marco Reguzzoni, presidente della Fondazione Museo dell’Aeronautica. Al suo fianco l’europarlamentare Francesco Speroni, l’ex senatore Luigi Peruzzotti, il viepresidente della provincia di Varese Gianfranco Bottini, il sindaco di Somma Lombardo Guido Colombo, ma anche il presidente della Provincia di Como Leonardo Carioni. La provincia comasca enterà infatti fra i soci fondatori di Volandia. C’erano anche due rappresentanti della città di Domodossola: la presidente del consiglio comunale Marina Oliva e l’assessore alla cultura Luca Albini: la loro presenza era legta agli aventi in programma per il centenario della trasvolata delle Alpi compiuta da Geo Chavez, che morì dopo essere precipitato proprio presso la città ossolana a conclusione di un’impresa allora davvero eroica. E una replica esatta del suo Blériot XI è ora in esposizione presso la sezione del museo che sarà in futuro dedicata all’ala rotante, ma funge ancora, al momento, da deposito in attesa del completamento di ulteriori hangar in cui fervono i lavori. Dopo il taglio del nastro della stradina pedonale di collegamento con Malpensa, un tour per la stampa condotto da un Reguzzoni visibilmente soddisfatto e ottimista per le prospettive di Volandia ha completato l’evento. Mentre varie parti sono solo da allestire, varie sezioni del museo saranno inaugurate progressivamente nei prossimi anni, fino al completamento di un percorso che includerà velivoli ad al fissa e rotante di tutte le dimensioni, esposti al coperto e all’aperto, in alcuni casi visitabili all’interno, più spazi ludici per i piccoli e non solo, una fornita biblioteca, un gran numero di modellini, un bar e uno spazio commerciale per il merchandising.

– Il Blériot XI

L’aereo, che ha un motore originale, è il secondo modello prodotto dal pioniere dell’aviazione Blériot dopo la storica traversata della Manica l’anno precedente. Aveva 50 cavalli appena di potenza, in legno e tela, e una cellula più robusta del precdente modello X. Sul Blériot XI il giovane aviatore Geo Chavez, con un’impresa veramente da "temerari sulle macchine volanti",  il 23 settembre 2010 decollò da Briga e superò il passo del Sempione, impresa allora proibitiva ma cui credeva fortemente, detendo già il record mondiale di quota. Compiuto il tragitto, Chavez precipitò da venti metri d’altezza per un improvviso cedimento del fragile velivolo nei pressi di Domodossola, e morì quattro giorni dopo, suscitando intensa commozione con il suo ardimento.
È stata la famiglia Marini a portare a compimento la ricostruzione dello storico velivolo, realizzando il sogno del compianto Giuliano Marini di ricrearlo per portarlo in volo in occasione del centenario dell’impresa.

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Pubblicato il 26 Marzo 2010
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