“Altro che Frecciarossa, ripartiamo dai bagni”

Un lettore confronta il degrado della stazione di Mornago con l'ordine dell'altrettanto piccola stazione di Visp, nel Vallese, e documenta tutto con le foto scattate sul posto

Possibile che la stazione di un paese da cui partono centinaia di pendolari sia completamente abbandonata a se stessa? La domanda viene riproposta dal lettore Devis Tonetto, reduce suo malgrado da una visita alla stazione di Mornago Cimbro. «Spesso – scrive il nostro lettore – in Italia i giornali parlano molto di treni ad alta velocità di ultima generazione che vanno a 300 all’ora, gioielli tecnologici di cui un italiano medio dovrebbe vantarsi. Le foto che allego non sono di un caseggiato abbandonato degli anni ’50 o dei bagni di una stazione del Burundi – con tutto il rispetto – ma dei bagni della stazione di Crugnola-Mornago». Spesso si parla di “stazioncine”: indubbiamente piccole, in realtà servono zone densamente abitate, interessate da un discreto traffico pendolare (non a caso i treni della linea Luino-Gallarate passano ogni ora e fermano in tutte le stazioni).  «Quando è stata costruita la stazione erano gia previsti bagni divisi tra uomini e donne, ora invece quello che rimane dei bagni (privi di acqua) è una cosa indecente. Le foto possono rendere l’immagine del degrado, ma non certo gli odori. Per mia fortuna utilizzo poco i treni, ma spezzo cento lance a favore dei pendolari che hanno a che fare quotidianamente con questo schifo». 
Il nostro lettore propone anche un confronto “internazionale”, prendendo ad esempio la situazione di un impianto della vicina Svizzera «Ecco la foto dei bagni della piccola stazione di Visp, Canton Vallese (CH): notate le differenze tra la nostra amata Italia e una stazione nella vicina Svizzera».
Il caso di Mornago – nella sua ordinarietà – ripropone l’ormai annosa questione delle stazioni che le ferrovie definiscono “impresenziate”, vale a dire senza la presenza dei capistazione, resi inutili dagli impianti automatizzati che regolano la circolazione dei treni e che sono telecomandati da una centrale a Gallarate. Un gran numero di stazioni sono completamente abbandonate a se stesse, con la manutenzione ridotta al minimo. RFI – la società delle FS che gestisce stazioni e binari – ha cercato di risolvere il problema anche con la cessione in comodato d’uso di alcuni impianti. E tra questi c’è anche quello di Mornago, dove i locali della sala d’attesa e l’ex biglietteria ospitano la sede di alcune associazioni. «Ma il resto degli spazi, compresi i bagni, rimangono di proprietà delle ferrovie» spiega il sindaco Paolo Gusella. «Per questo noi non possiamo metterci mano. Cerchiamo di mantenere puliti gli spazi esterni, mando spesso gli operatori a fare pulizia. Le ferrovie ogni tanto mandano qualcuno, ma non si fanno interventi sulle strutture». La presenza delle associazioni contribuisce a tenere lontani i vandali, ma non può fare miracoli. Il primo cittadino denuncia anche le difficoltà di gestire il rapporto con RFI: «Da tempo abbiamo fatto richiesta di utilizzo anche degli spazi al piano superiore, dove c’è un appartamento che potremmo usare per finalità sociali. Ho tentato di aprire un dialogo, ma non ho mai avuto risposte». La richiesta passa da un ufficio all’altro e per ora non si sono fatti passi avanti. Rimane la certezza del degrado, che a volte è responsabilità dei vandali e dell’inciviltà di alcuni, ma più spesso, semplicemente dello scorrere del tempo. 

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Degrado alla stazione di Mornago 4 di 5
Redazione VareseNews
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Pubblicato il 16 Aprile 2010
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Degrado alla stazione di Mornago 4 di 5

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