Quando il ladro lo cerchi su Facebook

L'idea dell'Apple Premium Reseller italiano, che ha pubblicato le immagini delle telecamere di sicurezza per individuare dei ladri, ha precedenti nel resto del mondo

Vi arrivano i ladri mentre siete fuori casa o mentre il vostro negozio è chiuso? La prima cosa da fare è chiamare la polizia locale. Non l’avranno pensata così, però, i gestori dell’Apple Premium Reseller di Busto Arsizio: questa notte sono stati svaligiati da quattro ladri, che sotto l’occhio attento della telecamera di sorveglianza hanno portato via iMac, Macbook, iPhone e quant’altro.

Pur avendo contattato la polizia locale, il povero rivenditore, ne ha approfittato anche per calarsi nel ruolo di giornalista: subito dopo aver visto le immagini della telecamera a circuito chiuso, infatti, le ha pubblicate sul celebre sito di giornalismo partecipativo YouReporter.

La sua idea, ha spiegato poi a VareseNews, è stata quella di cercare aiuto dal popolo della rete: «Un anno fa un negozio come il nostro ha subito un furto con le stesse e identiche modalità – racconta il gestore Alessandro Perna – le abbiamo messe on-line per capire se qualcuno può aiutarci a riconoscere i personaggi autori di questo furto».

Questa versione decisamente estrema del giornalismo dal basso è quantomeno originale qui in Italia, ma non è una novità assoluta. Già due anni fa i commercianti dell’isola di Cape Breton, in Canada, avevano attirato l’attenzione della stampa per il loro uso dei social network. Dopo un’esplosione dei casi di furto, infatti, avevano iniziato a caricare i video delle videocamere di sorveglianza su YouTube e Facebook, per cercare insieme corrispondenze sui diversi ladruncoli. In realtà tale moda non portò all’identificazione di nessun ladro, ma perlomeno qualche timore ai potenziali Arsenio Lupin l’avrà fatto venire.

Nemmeno i preti si lasciano intimorire: un altro caso esemplare è stato quello di una chiesa di Dallas, negli USA, dove un prete ha caricato su Facebook le foto della videocamera di sorveglianza della sua chiesa, per farsi aiutare  nella ricerca del ladro di un computer portatile. Non si tratta solo dell’estremizzazione totale del giornalismo alla portata del cittadino (in cui sono gli stessi soggetti coinvolti a raccontare la versione dei fatti) ma anche, più semplicemente, di un sistema che prova a riportare nel nuovo millennio la solidarietà di vicinato, globalizzandola. Perché Internet, a volte, può più della divina provvidenza.  

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 28 Aprile 2010
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