Senza lavoro per giorni, la nube colpisce i precari
I lavoratori delle coperative rimangono a casa, senza stipendio; i dipendenti Sea in cassa integrazione o costretti a usare le ferie. I sindacati di base: "Disparità di trattamento, intervenga il governo per aiutarli"
L’altra faccia del blocco dei voli, invisibile ai più, è quella preoccupata dei lavoratori. Lontani dalle telecamere, muti di fronte ai viaggiatori inferociti dalle attese, gli uomini e le donne che portano avanti ogni giorno il più grande aeroporto del nord Italia si interrogano sull’impatto della "grande nube" sui loro stipendi, in un periodo che – è superfluo dirlo – non era certo dei più rosei. I più fortunati sono in cassaintegrazione, ma altri sono costretti a prendere le ferie o, più semplicemente, stanno a casa, perchè il lavoro non c’è e sono precari. «Le cooperative del cargo, che contano circa quattrocento dipendenti, con una semplice telefonata hanno avvisato i lavoratori, che da giovedì scorso non devono presentarsi al lavoro e che quindi non sono pagati» spiega Renzo Canavesi della Cub. «I lavoratori di Aviapartner hanno ricevuto un comunicato aziendale e hanno saputo di dover stare a casa con ferie, o riduzione di orario “coatta”». Il sindacato di base ha denunciato con forza la disparità di trattamento dei lavoratori, tra i dipendenti Sea coperti dalla cassa integrazione e gli operai e gli addetti ai servizi precari o soci di cooperative, rimasti in gran parte senza garanzie. E il blocco, paradossalmente, nonostante la gran massa di viaggiatori che bivaccano in aeroporto, riguarda persino i lavoratori dei negozi: alcuni di loro hanno ricevuto un SMS dai datori di lavoro che li avvisava di starsene a casa.
I dipendenti Sea se la cavano un po’ meglio: possono scegliere tra la cassa integrazione o l’utilizzo forzato delle ferie, per tre, quattro giorni. Sperando che il blocco finisca quanto prima. Per il sindacato di base, però, è la prova delle contraddizioni del lavoro a Malpensa: «Siamo di fronte all’ennesima situazione di disparità di trattamento tra lavoratori. Ci deve essere quindi un intervento da parte del governo, come del resto avviene in caso di calamità, con l’utilizzo delle Cassa Integrazione, che garantisca uguali coperture per tutti i lavoratori».
I dipendenti Sea se la cavano un po’ meglio: possono scegliere tra la cassa integrazione o l’utilizzo forzato delle ferie, per tre, quattro giorni. Sperando che il blocco finisca quanto prima. Per il sindacato di base, però, è la prova delle contraddizioni del lavoro a Malpensa: «Siamo di fronte all’ennesima situazione di disparità di trattamento tra lavoratori. Ci deve essere quindi un intervento da parte del governo, come del resto avviene in caso di calamità, con l’utilizzo delle Cassa Integrazione, che garantisca uguali coperture per tutti i lavoratori».
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