Vedani: “Damiani ha firmato un suicidio politico”
Il nuovo commissario della Lega Nord cittadina lascia poche speranze alla giunta in carica. «Noi chiediamo agli assessori di dimettersi. In queste situazioni si fa la prova della cadrega: assessori non presentatevi in giunta e poi vediamo»

Questa vicenda, partita da un elemento simbolico come il tricolore, ha assunto strada facendo la portata di una questione politica all’interno della maggioranza. Perché?
«Il primo errore è stato dimettere l’assessore perché è un atto di sfiducia politica nei confronti degli alleati. La vicenda si è amplificata molto, scatenando una reazione strumentale, perché c’è una fronda della componente di An della maggioranza nella persona del vicesindaco (Mario Barel ndr). Da parte della Lega Nord c’era l’ordine di smorzare i toni per abbassare la polemica, tanto che abbiamo votato una mozione sul tricolore, oltre alle scuse fatte in precedenza dall’assessore. Ci siamo trovati di fronte a un accanimento esasperato e Damiani ha subìto questa situazione senza gestirla, offrendo un palcoscenico mediatico all’opposizione, anziché far pace con gli alleati».
Che cosa succederà a questa maggioranza?
«Di fatto noi ne siamo già fuori e chi non si adegua alle direttive (assessori e consiglieri comunali ndr) è fuori dalla Lega. Ieri sera ho parlato a tutti e ho detto che la politica si fa col cuore e che quello che è successo a Barbara Mingardi, fucilata mediaticamente da tutti, non doveva succedere. Le persone valide non le cacci e quando un esercito va in battaglia deve andarci unito. Se un compagno è ferito si accorre in suo soccorso, mica lo si finisce. Questa amministrazione doveva avere uno scatto di orgoglio. La Mingardi ha chiesto che ci siano gesti concreti in consiglio e in giunta in sua difesa . Io ho scritto su Facebook: “Mingardi sindaco subito”, per compensare uno spirito di corpo che non è un lassativo».
«Di fatto noi ne siamo già fuori e chi non si adegua alle direttive (assessori e consiglieri comunali ndr) è fuori dalla Lega. Ieri sera ho parlato a tutti e ho detto che la politica si fa col cuore e che quello che è successo a Barbara Mingardi, fucilata mediaticamente da tutti, non doveva succedere. Le persone valide non le cacci e quando un esercito va in battaglia deve andarci unito. Se un compagno è ferito si accorre in suo soccorso, mica lo si finisce. Questa amministrazione doveva avere uno scatto di orgoglio. La Mingardi ha chiesto che ci siano gesti concreti in consiglio e in giunta in sua difesa . Io ho scritto su Facebook: “Mingardi sindaco subito”, per compensare uno spirito di corpo che non è un lassativo».
Ma concretamente cosa farete?
«È un gran pasticcio, difficilmente risolvibile. L’indirizzo lo dà il consiglio comunale. Noi chiediamo agli assessori di dimettersi. In queste situazioni si fa la prova della cadrega: assessori non presentatevi in giunta e poi vediamo. La cadrega è in funzione del progetto politico, non puo’ essere l’emblema del singolo l’assessore. Chi siede sulla cadrega è stato messo lì dalla Lega e quindi non c’è alcuna usurpazione dell’autonomia. A Damiani, invece, ricordo che una coalizione è tale quando condivide delle regole e degli assetti. Quindi prima di fare delle scelte, bisogna condividere».
C’è la possibilità che la Lega in consiglio entri nel gruppo misto?
«Questa amministrazione ha già perso pezzi perché non è un gruppo coeso. Il sindaco, da parte sua, ha messo la firma a un suicidio politico. A Malnate l’amministrazione non brilla quindi occorre prepararsi a un rush finale e trovare un impulso nuovo e stimoli positivi aggreganti».
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