Il ritorno dei pacifisti: “Sequestrati per giorni e picchiati”

La giornalista Angela Lano e il palestinese Moin Qaraqi accolti come eroi a Malpensa dopo la detenzione in Israele. "Sparavano proiettili di gomma e usavano pistole elettriche"

peace flotilla 2010 Sequestrati, costretti a rimanere ore sul ponte della nave e poi incarcerati in mezzo al deserto. È il racconto degli attivisti pro-Gaza arrivati oggi pomeriggio a Malpensa da Istambul: una folla di un centinaio di persone ha accolto la giornalista torinese Angela Lano e Ismail Abdel-Rahim Qaraqi, palestinese che vive nell’hinterland milanese, a Limbiate.

Circondata dai cronisti, Angela Lano ha raccontato gli attimi terribili dell’assalto alla “8000”, la nave dove erano imbarcati: «Abbiamo visto avvicinarsi cinque Zodiac, le barche militari israeliane velocissime, con i soldati vestiti di nero che urlavano come pazzi. Ci hanno speronato, l’arrembaggio è stato immediato» «Hanno iniziato a sparare proiettili di gomma con l’anima in metallo, hanno usato le pistole elettriche, gli attivisti che circondavano la cabina di pilotaggio sono stati aggrediti; poi sono entrati nella cabina di pilotaggio della nave, hanno colpito il capitano con calci e pugni. Oltre al capitano hanno ferito abbastanza seriamente un attivista americano» conclude la giornalista. «Un uomo di sessantaquattro anni – conferma Qaraqi -, aggredito da soldati di vent’anni. Si è buttato in mare per la paura, l’hanno recuperato, ma era ferito alle gambe e alla testa». Poco distante si consumava l’assalto sulla nave turca dove si sono avuti almeno nove morti. Dopo l’arrembaggio in acque internazionali, attivisti e giornalisti sono stati costretti a viaggiare sul ponte fino all’arrivo nel porto israeliano di Ashdod. Di qui sono stati trasferiti in un carcere nel cuore del deserto del Negev. La Lano spiega che non vi sono state violenze fisiche sulle donne (lei era l’unica italiana). Qaraqi parla invece di pestaggi contro i detenuti della sezione maschile: «Li portavano via, ci hanno raccontato delle botte». La Lano racconta che tutte le persone sequestrate avrebbero ricevuto pressioni per firmare confessioni. «Alla fine si sono inventati una soluzione intermedia, firmando abbiamo accettato di essere espulsi da Israele». Non è invece atterrato a Malpensa Manolo Lupacchini, bloccato a Tel Aviv senza passaporto.

Sia la Lano che Qaraqi – palestinese di passaporto giordano, ma residente da anni in Italia – hanno ringraziato l’ambasciata italiana a Tel Aviv, mentre hanno espresso critiche forti alla posizione espressa dall’Italia, che si è schierata contro una commissione d’inchiesta internazionale. I due sono stati accolti come eroi da un gruppo di un centinaio di pacifisti italiani e di attivisti arabi, radunatisi in aeroporto sotto grandi bandiere palestinesi. Nell’atrio degli arrivi sono risuonati così cori a favore di Gaza libera e contro Israele

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Pubblicato il 03 Giugno 2010
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