In Regione la manovra “non piace”

Per Formigoni «serve un riequilibrio dei sacrifici». Il Pd si dice aperto al dialogo, ma lancia una sfida «Abbiano il coraggio di non dire “signorsì” a Tremonti»

La manovra finanziaria del governo in Regione Lombardia non piace. «È necessaria, ma vanno rivisti i tagli alle regioni» è il commento del presidente Roberto Formigoni. «È una delle peggiori manovre centraliste» dichiarano Luca Gaffuri e Maurizio Martina del Partito democratico.  
In sintesi, la manovra, nel biennio 2011-2012, prevede tagli di spesa complessivi pari a 27 miliardi. Per i comuni si tratta di quattro miliardi in meno (pari al 3,17 per cento), per le province di 800 milioni in meno (3,07 per cento), per le regioni a statuto ordinario 8,5 miliardi in meno (pari al 13,28 per cento) e per lo stato di 11,7 miliardi in meno (pari all’1,22 per cento).
Nella mattinata di mercoledì 9 giugno, in due incontri diversi, la Giunta e il partito principale di opposizione hanno presentato le proprie perplessità e alcune proposte.
 
Formigoni incontra province e comuni – In vista del confronto con il Governo e della Conferenza Stato-Regioni di domani, Formigoni ha voluto incontrare i vertici dell’associazione dei comuni e dell’unione delle province lombarde (Attilio Fontana e Vittorio Poma). «La manovra – ha commentato il presidente – è necessaria, la sua entità complessiva è fuori discussio, ma chiede contributi pesanti e sproporzionati a regioni, province e comuni: il confronto con il valore percentuale dei tagli previsti per i ministeri lo evidenzia in maniera lampante. Va realizzato un riequilibrio dei sacrifici di questi quattro livelli istituzionali». La manovra infatti prevede tagli di poco più dell’1 per cento allo Stato contro oltre il 13 per cento alle Regioni. Secondo una stima attendibile, la manovra da 25 miliardi comporterebbe invece tagli, se applicati a tutti in maniera proporzionale, dell’ 1,5-1,6 per cento. «Ci sono enti virtuosi che hanno rispettato i patti di stabilità e altri che non lo hanno fatto, con conseguenti accumuli di debiti. Chiedere ai virtuosi lo stesso sacrificio che si chiede ai non virtuosi non sarebbe accettabile».
 
I conti del Pd – «L’impianto della manovra per la Lombardia significa "il rintocco della campana a morte per il federalismo"». È netto il giudizio di Gaffuri e Martina, rispettivamente capogruppo in Consiglio e segretario regionale del Pd, sui tagli previsti. Su una spesa regionale libera (al netto della sanità e del fondo di riequilibrio, ndr) pari a quattro miliardi per il 2011 – spiegano i consiglieri dati alla mano – il taglio rappresenta circa il 16 per cento, ovvero poco meno di 640milioni di euro (un taglio di altri 707 milioni è previsto nel 2012). «Quello che ci preoccupa – spiega Gaffuri – è che in questo modo non ci sarà solo una razionalizzazione, anche necessaria, all’ente regione. Si andranno a toccare anche tutta una serie di servizi per i cittadini che andrebbero potenziati e invece vengono colpiti alla radice». Tre gli esempi su tutti: il trasporto pubblico che da solo rappresenta più del quaranta per cento dell’intero taglio; gli incentivi alle imprese che vengono decurtati del 19 per cento e le politiche per la casa che vedono dimezzati gli stanziamenti. «A questo punto – commentano i due esponenti – speriamo in una ribellione del Consiglio regionale contro un governo che aveva fatto del federalismo la sua bandiera e che invece taglia proprio a partire da regioni e enti locali. Sarebbe necessario invece razionalizzare la spesa dei ministeri». Il principale partito di opposizione di dichiara ancora una volta disposto a discutere in modo propositivo con Pdl e Lega Nord, ma a patto che «ci sia dalla loro parte – spiega chiaramente Martina – il coraggio di non dire sempre “signorsì” a Tremonti. Questi due partiti si vantano di avere molto parlamentari lombardi a Roma: ecco, stavolta vorrei vederli in prima linea a discutere e proporre emendamenti. Ci dimostrino di essere in grado di far approvare cambiamenti almeno su alcuni capitoli».

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Pubblicato il 09 Giugno 2010
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