La telecamera del Movimento Cinque Stelle “cacciata” dal consiglio comunale
I ragazzi del movimento avevano mandato una comunicazione venti giorni fa per riprendere la seduta, ma non è bastata: "Serve una richiesta formale", ha spiegato il presidente del consiglio. Loro non mollano: "La presenteremo"
Niente telecamere dei cittadini in consiglio comunale, basta e avanza la registrazione istituzionale delle sedute. Almeno per ora. Questa è la conclusione a cui è giunto il presidente del consiglio comunale gallaratese Donato Lozito, che ha imposto ai ragazzi del Movimento Cinque Stelle di spegnere la videocamera digitale con cui avrebbero ripreso la seduta di lunedì: i “grillini” avevano annunciato per tempo la loro intenzione con una lettera indirizzata al sindaco, al presidente del consiglio comunale, al difensore civico. E ieri sera si sono presentati in una mezza dozzina, “armati” di videocamera e con indosso magliette in difesa dell’articolo 21 della Costituzione. La lettera però non è bastata a rendere legale la loro presenza: «Dalla vostra comunicazione – ha spiegato Lozito – non era ben chiara la vostra veste, che rimane atipica in quanto non prevista dal regolamento», che all’articolo 47 prevede che le registrazioni con «magnetofoni e videocamere» siano ammesse solo per diritto di cronaca «da parte degli organi d’informazione». Ammessi quindi fotografi dei giornali e telecamere delle televisioni, ma non quelle dei cittadini. Il presidente del Consiglio ha chiesto dunque ai grillini di «presentare una richiesta scritta», ha confermato la piena disponibilità ad incontrarli e li ha invitati a spegnere la videocamera, precetto a cui i ragazzi si sono diligentemente allineati. (nella foto le "trattative" con la polizia locale prima dell’inizio della seduta)
«La nostra richiesta – fa notare oggi Ivan Catalano, referente del Movimento a Busto Arsizio – è stata protocollata il 10 giugno, la risposta in cui si chiedeva un incontro c’è arrivata solo venerdì scorso. Difficile incontrarsi tra sabato e domenica». I ragazzi comunque sono pronti a muoversi per tempo per ottenere un incontro. «Comunque quello di Gallarate è il primo consiglio in cui abbiamo avuto problemi. A Busto, a Marnate, a Solbiate non ci sono mai state questioni, anche per il consiglio provinciale è bastata una semplice comunicazione». La seduta da seguire a Gallarate, del resto, non era casuale: lunedì sera si discuteva infatti del potenziamento dell’inceneritore Accam, tema molto caro al movimento.
Naturalmente non è mancato un po’ di dibattito anche all’interno del consiglio: «I ragazzi – ha fatto notare il presidente Lozito- indossano magliette in difesa dell’articolo 21 della Costituzione: ma qui non c’è bisogno di difenderlo, in questo consesso civico la Costituzione è sacra». La decisione è stata contestata dalla consigliera di Sinistra e Libertà Cinzia Colombo, che ha espresso «forte disappunto» per ragioni formali («la richiesta era stata fatta per tempo, quello di stasera non è un blitz») e di merito: «Nessun cittadino chiede mai i verbali e anche la radio (che trasmette i consigli comunali) non è uno strumento molto utilizzato oggi. A differenza della web-tv». Il Movimento Cinque Stelle condivide i filmati sul sito del meet up di Busto Arsizio e sui social network Youtube e Facebook.
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