Tutti i segreti della boxe a “Cannes e dintorni”
Il film documentario “La via del ring” prodotto anche dalla varesina Ester Production è stato selezionato nella prestigiosa rassegna milanese: "L'anima del pugilato senza mai mostrare un incontro"
Testimonianze, allenamenti e preparazione di campioni internazionali, intrecciano storie che hanno come protagonista la passione per il pugilato. Tutto questo è La via del ring il documentario di Daniele Azzola che è stato realizzato dalla varesina Ester production in con Ardaco e Arca D’oro. Tra gli autori anche Alessandro Leone che ha scritto la sceneggiatura insieme al regista e che da anni collabora con la rassegna cinematografica Cortisonici.
Il film-documentario è stato selezionato nella prestigiosa rassegna milanese Cannes e dintorni e la presentazione è prevista al cinema Anteo per martedì sera, 15 giugno, alle 21.
Molte le storie e le testimonianze che si raccontano nel film. Come Massimiliano, 13 anni, che chiede al maestro di poter frequentare gli allenamenti. Il nonno gli ha consigliato la boxe. Il timore per la rottura del setto nasale non gli impedisce di sognare il ring. Nella stessa palestra il diciottenne Ervis si prepara ad un torneo importante, tra sacrifici e rinunce. La campionessa italiana Valeria Imbrogno, pugile e psicologa, sta scrivendo un saggio sul rapporto tra boxe e psiche.
Ad Assisi la nazionale italiana si sta preparando all’appuntamento mondiale di Milano, che incoronerà Cammarelle e Valentino. Infine il veterano Ernesto Lozza, che fece i guanti con Duilio Loi, racconta aneddoti di un pugilato eroico.
«Storie autentiche in mezzo alle storie sportive di Francesco Damiani, Valerio Nati, Patrizio Oliva, Raffaele Bergamasco, Domenico “Vulcano” Spada, Simona Galassi, Silvio Branco, Salvatore Cherchi, Augusto Lauri e i figli Tony e Beppe, gli atleti della nazionale e tantissimi giovani con il sogno di diventare i campioni di domani – raccontano gli autori dell’opera -. La via del ring non racconta la vita di un campione o di una realtà locale. Il documentario, la cui peculiarità è quella di non mostrare mai un incontro, è piuttosto una corale che si propone di raccontare il pugilato, mettendo sullo stesso piano professionisti, dilettanti, campioni e appassionati, il ragazzino di periferia e il laureato che si prepara ai campionati regionali».
«L’intento di mettere a fuoco l’alto valore formativo della disciplina, spinge il nostro obiettivo a cercare la fatica e il sacrifico negli occhi e nei corpi in tensione degli atleti, che si preparano a salire, chi prima chi dopo, sul ring, a lanciare una sfida che trova se stessi prima dell’avversario – proseguono soddisfatti gli autori -. Il sudore è coprotagonista del film: espulso dai corpi, caduto sul tappeto, schizzato sulle corde, asciugato tra gli affanni, tamponato sulla fronte di un tifoso emozionato. Il sudore è l’emblema di chi soffre per il pugilato fuori e dentro le corde. Le riflessioni raccolte nelle palestre più importanti di Italia, per bocca di campioni con decine di match alle spalle, costituiscono blocchi concettuali dove vengono ribaditi filosofia del pugilato e il suo indubbio valore formativo: la sfida muscolare e fisica nella solitudine del ring, svela la necessità di mitigare paure ancestrali, guardando negli occhi l’avversario con rispetto e coraggio, senza maschere, per comprendere se stessi, gli altri, la vita in profondità. Tutto questo nella misura in cui si è stati capaci di sudare in silenzio».
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