Case OAMI in festa: da 23 anni una possibilità per i più sfortunati
Domenica 4 luglio, le 4 residenze dell'Opera Assistenza Malati Impediti si ritroveranno per una giornata di festa. I ricordi della fondatrice varesina, Lisetta Bramati Tordera
« Ci sentivamo in debito verso la società. Avevamo la salute, una bella famiglia, una discreta abilità nel lavoro. Dovevamo sdebitarci» È così che Varese ha conosciuto le case O.A.M.I. ( Opera Assistenza Malati Impediti) grazie a Ugo e Lisetta Tordera che nei lontani anni ’80 scelsero di sposare la causa di Monsignor Enrico Nardi e delle sue case per disabili con situazioni famigliari difficili: « Monsignor Nardi era una forza – ricorda Lisetta Bramati Tordera – uomo di poche ma precise parole. Lui ebbe l’intuizione della sua opera durante un viaggio a Lourdes. Sul treno si imbattè in una giovane disabile che voleva uccidersi perchè era sola».
Nel 1987 sorse Casa Laura, dal nome della madre della signora Lisetta, destinata ad ospitare donne diversamente abili. Negli anni successivi aprirono casa Silvia a Saltrio, casa Elisa e casa Beatrice l’ultima inaugurata sempre a Saltrio: « Casa Laura sorse in 9 mesi, tanto quanto dura una gravidanza. Una residenza che voleva essere una possibilità per tante persone sfortunate»
Domani, domenica 4 luglio, le case OAMI di Varese saranno in festa, un’occasione per incontrarsi e far riflettere sul proprio ruolo nella società : « Oggi viviamo in un mondo più attento e solidale – commenta Lisetta Bramati Tordera – C’è maggiore accoglienza e integrazione rispetto a un tempo. C’è, comunque, sempre bisogno di aiuto, dei volontari. Ogni tipo di aiuto è positivo, perchè ogni gesto è importante. Oggi, le famiglie sono più sostenute nella loro opera quotidiana di assistenza alle persone con disabilità e sono meno sole. Ma queste case sono sempre una valida risposta al bisogno che non si riesce mai a colmare»
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