Ospedale di Busto: concreto passo avanti nella cura oncologica
È sttao inaugurato il centro Pet CT, il primo in provincia. Installato in un reparto dedicato, il macchinario per lo studio dei tumori solidi
Tecnologia di ultima generazione all’ospedale di Busto Arsizio. È stato inaugurato stamattina il Centro Pet Ct, struttura afferente alla Medicina Nucleare collocata al piano rialzato del padiglione centrale dove è stata installata un’apparecchiatura – la Pet (Positron emission tomography) Ct (Computed tomography) appunto – che sarà utilizzata principalmente in ambito oncologico per lo studio dei tumori solidi. In un prossimo futuro sono previste applicazioni anche in campo cardiologico e neurologico. Per la realizzazione della struttura è stato effettuato un investimento di 3milioni di euro. La Pet Ct ha un valore di 2milioni 300mila euro.
«Siamo pronti a partire – ha sottolineato il direttore generale dell’Azienda Ospedaliera “Ospedale di Circolo di Busto Arsizio” Pietro Zoia – con questo centro di riferimento altamente specialistico, il primo del genere in provincia di Varese. È nato sulla scia dell’esperienza dell’Unità Operativa di Medicina Nucleare, una delle poche in Italia ad avere anche il reparto di degenza, che da dicembre 2004 utilizza questa tipologia di apparecchiatura su mezzo mobile 3/4 volte al mese. L’ospedale – ha aggiunto il dg – compie dunque un altro passo verso l’innovazione tecnologica per offrire ai propri pazienti percorsi diagnostici e, di conseguenza, terapeutici, più mirati ed efficaci».
Come avviene nel corso di ogni inaugurazione, nel Centro Pet è stato apposto il crocifisso:
La nuova apparecchiatura – la Biograph 6 True Point di Siemens – verrà utilizzata prevalentemente per la stadiazione e il follow up dei tumori solidi. «Ci sono alcuni casi – spiega il primario della Medicina Nucleare Ruggero Casucci – in cui si è individuato il tumore principale, ma non si riescono a diagnosticare le metastasi con altre apparecchiature». La Pet Ct, come si accennava, in un prossimo futuro potrà inoltre essere impiegata in campo cardiologico per lo studio della vitalità del miocardio e in quello neurologico per la diagnosi di Parkinson.
La Pet utilizza la tecnologia della tac (Ct) che consente di acquisire le immagini del distretto corporeo da studiare in tempi velocissimi – meno di un minuto, invece di 15-20 minuti – e di “fondere” le scansioni effettuate ottenendo un risultato finale ad altissima definizione. «Se infatti con la Tac si ottiene un risultato d’esame morfologico – prosegue Casucci -, cioè riguardante posizione, forma e dimensioni della formazione tumorale, con la Pet è possibile ottenere anche dati di fisiopatologia: rileva, infatti, la presenza di cellule neoplastiche e la presenza di cellule “vive” pronte a duplicarsi, quest’ultima non riscontrabile con altre tecniche diagnostiche».
Al paziente, a digiuno da sei ore, viene iniettato un radiofarmaco (il 18-fluorodesossiglucosio), una sostanza tracciante che si “lega” alle cellule tumorali ed emette un segnale captato dal macchinario. L’apparecchiatura consta di un sistema di rilevazione circolare mobile (gantry) che passa sul corpo del paziente – è un esame “total body” – partendo dal bacino fino a metà testa e rileva il segnale emesso dal radiofarmaco che un apposito software registra e rielabora in immagini. Saranno queste a mostrare agli specialisti la presenza o meno di neoplasie.
Inoltre, la Pet Ct consentirà di studiare i casi di recidiva in pazienti già operati e localizzare focolai di dimensioni estremamente ridotte, nonché di verificare, al termine di un ciclo di cura, ad esempio con la chemioterapia, la risposta del paziente al trattamento.
«La Pet Ct – è intervenuto il direttore del dipartimento di Diagnostica per Immagini Luigi Solbiati – è la sintesi di ciò che è oggi la Diagnostica per immagini in quanto integra la tecnologia Pet con quella Tac. Come membro del direttivo della Società Europea di Radiologia ho già proposto la creazione di un curriculum di studi per le macchine ibride. Inoltre, per gestire al meglio le richieste e individuare l’esame più appropriato da eseguire tra c’è l’impegno a organizzare incontri con i rappresentanti del mondo oncologico o di chi fosse interessato a questo ambito».
«L’apparecchiatura che inauguriamo oggi – ha aggiunto Luca Marzoli della Unità Operativa di Fisica Sanitaria diretta da Lorenzo Bianchi – è per sua natura interdisciplinare. La Pet Ct è stata anche attrezzata per permettere le centrature dei tumori per la radioterapia, in modo da avere a disposizione le immagini integrate Tac-Pet per una migliore e più accurata definizione dei volumi bersaglio per la radioterapia oltre che per la termoablazione di tumori in Radiologia Interventistica».
Il Centro Pet Ct, che sarà attivato nei prossimi giorni, è collocato al piano rialzato del Padiglione Centrale e occupa una superficie di 250 metri quadrati in spazi climatizzati e completamenti ristrutturati per una spesa pari a circa 700mila euro (cifra comprendente opere edili, impiantistiche e spese tecniche).
Il Centro è dotato, tra l’altro, di un’area “fredda”, dove non transitano o si utilizzano radiofarmaci e dove sono ubicati i locali di attesa per pazienti e famigliari, di un’area “calda”, destinata all’utilizzo e somministrazione dei radiofarmaci, una sala emergenze, una sala dove è collocata la Pet Ct e locali per la refertazione.
Il centro sarà avviato la prossima settimana e sarà a regime in autunno.
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