Quegli omicidi ancora in cerca di un colpevole

I casi irrisolti della Procura di Busto. Ad un anno dall'uccisione di Massimo De Presbiteris e a sette mesi dall'omicidio del benzinaio gorlese Angelo Canavesi le indagini non si fermano per trovare i colpevoli

Due morti violente ancora senza colpevole. Dodici mesi di attesa per il primo e sette mesi per il secondo. Sono quelli di Massimo De Presbiteris e Angelo Canavesi  gli omicidi sui quali la Procura di Busto Arsizio deve ancora fare luce: due casi difficili in quanto non maturati all’interno di ambienti familiari. Da mesi non ci sono novità e nessuno è stato fermato per questi due delitti. Tra annunci a caldo e docce fredde gli inquirenti hanno setacciato in ogni antro per dare un nome ai due assassini ancora a piede libero ma senza, tuttavia, giungere ad una conclusione.

Angelo Canavesi e Massimo De Presbiteris sono due persone che
 in comune hanno solo una cosa: la mancanza di un colpevole per la loro morte. Il primo, amato e stimato proprietario di una pompa di benzina ucciso durante una rapina finita male a Gorla Minore lo scorso 22 febbraio; il secondo freddato sotto casa sua il 2 ottobre di un anno fa a Gallarate da un sicario in moto.

Da mesi sia dell’uno che dell’altro non si parla più anche se le indagini non si sono mai fermate. Entrambi i casi sono stati affidati al sostituto procuratore Roberto Pirro il quale sta lavorando in collaborazione con la squadra mobile di Varese per quanto riguarda la morte di De Presbiteris e con il nucleo operativo radiomobile dei Carabinieri di Busto Arsizio per quanto riguarda l’assassinio di Angelo Canavesi.

In entrambi i casi le prime indagini avevano portato ad immaginare una risoluzione in breve tempo dei casi ma nessuna delle due ha portato ad atti concreti. In particolare l’omicidio di Gallarate (nella foto a sinistra il luogo dell’agguato) aveva direzionato gli inquirenti ad indagare sulle frequentazioni del De Presbiteris e sui suoi precedenti legati al traffico di sostanze stupefacenti. L’uomo, infatti, era stato arrestato nell’ambito dell’operazione "Strike" come uno dei due contendenti per la conquista del mercato dello spaccio di droga in città nel 2001. E’ proprio lì che gli inquirenti stanno cercando il filo che porta all’esecutore materiale e, possibilmente, al mandante, sempre che non si tratti della stessa persona.

Le indagini sull’assassino di Angelo Canavesi (foto a destra), invece, avevano tenuto in apprensione l’intera comunità della Valle Olona. I carabinieri avevano anche effettuato delle perquisizioni in casa di alcuni pregiudicati e si erano detti ottimisti, così come la procura, sulla chiusura a breve del cerchio. L’entusiasmo iniziale è stato frenato nei giorni successivi mentre il quadro si complicava dopo l’esito degli accertamenti effettuati dai Ris di Parma sull’auto utilizzata dal’assassino per fuggire. La morte del benzinaio aveva suscitato molto clamore anche per la grande solidarietà dimostrata sia dai concittadini di Angelo, il quale era molto conosciuto e ben voluto, che dai colleghi benzinai di tutta Italia. Proprio questi elementi hanno aumentato la sete di giustizia per la morte del "benzinaio-ciclista", come era stato definito per la sua passione per le due ruote ereditata dal padre Severino, campione degli anni ’30.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 29 Settembre 2010
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