Ratti frontalieri, Rizzi: “Pagina di razzismo senza confine”
Il senatore leghista commenta: "Mi vien semplicemente da commentare che se c'è sempre un leghista più a nord, c'è sempre un imbecille superiore alla norma"
«Mi vien semplicemente da commentare che se c’è sempre un leghista più a nord, c’è sempre un imbecille superiore alla norma. Non mi riferisco al "Nano" Bignasca, le cui esternazioni sono comunque sempre rimaste entro i limiti dell’accettabile; mi riferisco allo sparuto drappello estremista che ha pensato questa forma autolesionista di protesta, nei confronti di un territorio, quello di confine, assolutamente omogeneo, sede di profonde collaborazioni e scambi imprenditoriali, infrastrutturali, professionali e culturali reciproci, unanimemente e bilateralmente riconosciuti!». Così il senatore varesino della Lega Nord Fabio Rizzi contro i cartelloni della Lega Ticinese in cui si evidenzia come i transfrontalieri sono additati come ”ratti”. Per Rizzi «questa a dir poco originale manifestazione deve avere l’unica attenzione che merita: semplicemente ignorata e catalogata tra le pagine più oscure di un razzismo senza confine. Come Lega Nord prendiamo fortemente le distanze da chi si scaglia indiscriminatamente contro l’immigrazione; noi combattiamo l’immigrazione clandestina e selvaggia, esclusivamente fonte di manovalanza per la malavita”. Rizzi addita gli autori dei mani come ”deprecabili individui che inscenano una protesta contro qualcosa di assolutamente regolare e che non è neppure immigrazione, ma semplicemente lavoro transfrontaliero, che avviene senza togliere spazio agli amici elvetici, anche perchè, e penso all’esempio della Sanità, nella stragrande maggioranza dei casi non è altro che apporto di professionalità specializzata di cui la Svizzera è carente! Ricordo infine, semplicemente, che per poter richiedere il permesso di lavoro per un lavoratore straniero, il datore di lavoro Svizzero deve prima accertarsi e dimostrare che non esiste nessuna disponibilità di connazionali per il ruolo da ricoprire! Ciò che – conclude Fabio Rizzi – noi sosteniamo da sempre possa avvenire anche sui nostri territori».
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