La Cimberio sa essere cattiva. Come e più di Siena
Una delle chiavi della vittoria biancorossa è la grinta messa in campo contro un'avversaria storicamete "dura". Mvp a Ron Slay, ma Kangur e Thomas sono da applausi
Varese batte Siena è un po’ come l’uomo che morde il cane: fa notizia. Ma stranamente Masnago sembra essere un tabu per i toscani che, piallando avversarie in giro per l’Italia fanno invece sempre fatica da queste parti. Iniziamo da qui per la nostra lente di ingrandimento sulla partita del PalaWhirlpool.
LA CURIOSITA’ – Pianigiani, sul ponte di comando di Siena da quattro stagioni (tutte concluse con lo scudetto) è riuscito a espugnare Varese in una sola occasione, lo scorso anno. Niente da fare invece, clamorosamente, nell’anno della retrocessione biancorossa, né nel 2007-2008: quella volta la Whirlpool di Magnano inflisse il primo ko alla Montepaschi alla quinta giornata. Stavolta la Cimberio ha fatto ancora meglio.
LA CHIAVE – Varese ha, anzitutto, arginato Siena su uno dei suoi terreni preferiti. L’intensità, la "garra", chiamiamola pure cattiveria (agonistica). Impresa difficile sia per l’abitudine a tenere certi ritmi sia per un tonnellaggio superiore degli ospiti (che senza Eze però hanno perso parecchio). Fondamentale l’atteggiamento biancorosso in diverse occasioni: il blocco di Slay a stendere McCalebb, l’appiccicatura di Righetti a Stonerook, i rimbalzi a gomiti larghi di Fajardo. Piccoli segnali con cui è stato detto a Siena: "Non ci fate paura".
LA STATISTICA – A caldo è quasi passata inosservata, ma la valutazione messa insieme da Kristjan Kangur (nella foto) ha dell’incredibile: l’estone chiude a 24 con "soli" 13 punti e con un contributo a rimbalzo normale, se non scarso (3). Però recupera ben 6 palloni senza perderne alcuno: gesti che contro un’avversaria simile valgono quanto un canestro pesante.
IL DUELLO – Roba di alto profilo cestistico quella tra Jobey Thomas e Rimantas Kaukenas: il lituano sbaglia qualcosa ma è semplicemente divino quando lascia partire i suoi "arcobaleni" alla Mike Iuzzolino. L’americano a sua volta macchia il tabellino con alcuni errori ma alla fine è decisivo tanto quanto Slay. "Giobbe" sta bene e si vede.
L’AZIONE – Phil Goss è stato il giocatore meno incisivo tra i varesini, braccato fin dall’inizio in attacco e infilato in difesa da McCalebb che sull’uno contro uno è tra i più forti in Europa. Però l’azione più bella della serata è dell’americano biancorosso (1,88) che all’inizio del secondo periodo vola in cielo e stoppa Lavrinovic (2,10) alle spalle, spazzandogli la palla dalle mani. Non è servita a vincere ma a livello di spettacolo è la numero uno.
MVP – Scegliamo RON SLAY sia perché nell’ultima azione fa il miracolo, sia perché i suoi ultimi 12′ di gioco sono strepitosi. Non solo per produzione offensiva (4/4) ma anche per il modo di stare in campo, tra rimbalzi pirotecnici e sportellate in area (significativo il canestro segnato dopo aver spostato Lavrinovic come un fuscello). Nei voti qui sotto ci fermiamo però a 7,5: nella serata di Ron-Ron c’è anche un "prima"…
PAGELLIAMO – Goss 5 (Benvenuto in Eurolega); Rannikko 6,5 (Indispensabile per l’equilibrio biancorosso); Righetti 6 (Sfortunato al tiro, utile in difesa); Galanda 7 (Minuti d’oro nel cuore del match); Thomas 7,5 (Gli attributi per girare la partita); Kangur 7 (Maledetti falli: fino a lì, tutto bene); Fajardo 7 (Si vede poco, c’è sempre, 8 rimbalzi); Slay 7,5 (Alla fine la vince lui).
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