Legambiente: “sostenere il trasporto pubblico, non le grandi opere”

Il Cigno Verde torna a chiedere un cambio di rotta sulle politiche di mobilità: meno "infrastrutture stradali elefantiache", più attenzione investimenti sui treni

«La politica deve affrontare il tema della mobilità, incentivando quella sostenibile e smettendo di finanziare infrastrutture devastanti per l’ambiente e la qualità della vita».  Così Legambiente ribadisce la sua posizione chiedendo a tutti i partiti di cambiare rotta rispetto al modello di sviluppo finora seguito.  L’associazione ambientalista sin dall’inizio si è infatti dimostrata contraria alla Pedemontana ed alla crescita elefantiaca di Malpensa. «Si dice che agevolerà il traffico grazie allo scorrimento veloce dei veicoli. Ci permettiamo di sollevare dei dubbi in merito. – dichiara Alberto Minazzi, coordinatore dei circoli Legambiente della provincia di Varese -. Ricordiamo che siamo in Europa tra i paesi con più autovetture pro-capite, ed è proprio questa la ragione principale del congestionamento del traffico, aggiungendo nuove vetture sulla nostra rete stradale non faremo altro che aggravare il problema, indipendentemente dalla modalità di traffico veicolare lento o veloce. Anzi, un traffico moderato oltre a ridurre le code riduce drasticamente le polveri sottili, un problema che si ripresenta puntualmente ogni anno e che nessun tipo di intervento fino ad oggi intrapreso è stato in grado di risolvere.»

Gli ambientalisti sottolineano l’enorme quantitativo di suolo che verrà irrimediabilmente rivestito dal cemento. Un lusso che una regione come la Lombardia non può più concedersi. E’ infatti tra le regioni più urbanizzate e cementificate d’Europa: quotidianamente ben oltre 12 ettari vengono ricoperti da asfalto e cemento, secondo il Rapporto 2009 sul consumo di suolo redatto dall’Osservatorio composto da Legambiente, Politecnico di Milano e Istituto Nazionale di Urbanistica.
Per il Cigno verde è dunque indispensabile intervenire con politiche mirate alla riduzione del consumo di suolo e alla incentivazione dei trasporti pubblici. I rincari autostradali di cui si è tanto discusso di recente, ad esempio, potrebbero essere invece utilizzati per investire sulla mobilità sostenibile. Ed è necessario  disincentivare il trasporto aereo in favore della mobilità su ferro: aeroporti come quello di Malpensa comportano impatti decisamente non sostenibili
«In un momento in cui si parla di green economy, di energie pulite e rinnovabili e di mobilità sostenibile – conclude Minazzi – interventi come quello della pedemontana e del rilancio di Malpensa sembrano sempre più precludere alla Lombardia un ruolo guida nella difficile impresa di superare l’attuale crisi epocale ».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 09 Ottobre 2010
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