“Paolo mi diceva: mio figlio è un disgraziato”

Al processo a carico di Stefano Castiglioni, accusato per la morte del padre Paolo, testimonia l'ex compagna della vittima, la giovane ivoriana Marie

Al processo a carico di Stefano Castiglioni (anche oggi in aula a fianco dei legali), l’uomo accusato di aver procurato a suon di botte la morte del padre Paolo, lasciato agonizzante nella sua casa di via Monte Grappa a Sacconago, è stato il turno di Marie, la ragazza ivoriana cui l’anziano si era legato a partire dal 2007. Una testimonianza aiutata dall’interprete, ma nel complesso abbastanza lucida e che non sembra intaccare il quadro accusatorio portato avanti dal pm Sabrina Ditaranto. Nella vicenda, Marie è un personaggio chiave: è intorno al suo legame con la vittima che sarebbe maturato il delitto.
L’udienza si era aperta con l’analisi dei tabulati telefonici, che smentirebbero alcune delle dichiarazioni del Castiglioni circa i suoi spostamenti tra giovedi 14 e domenica 17 maggio 2009, quando infine fu accertato il decesso dell’anziano, 74enne. Non è stato considerato credibile dagli inquirenti, su questa base, ad esempio, che Stefano Castiglioni il venerdì pomeriggio fosse a casa del padre (il pestaggio letale sarebbe avvenuto fra il giovedì e il venerdì).
La ragazza ha risposto alle domande della pm Ditaranto, degli avvocati della difesa Gugliotta e Ceron, di quello di parte civile Massironi. La giovane e bella ivoriana aveva decisamente fatto girare la testa a Paolo Castiglioni, che dopo averla conosciuta tramite un amico comune di nome Laurent si era impegnato con lei in una classica relazione "asimmetrica". «Io per lui facevo le pulizie, da mangiare, uscivo con lui, ma niente sesso» ha spiegato la ragazza. «Gli volevo bene come ad un padre, non un fidanzato». L’uomo però aveva un chiodo fisso: sposarla. E aveva avviato i preparativi per trasferirsi con lei in Africa (dove, tra l’altro, vive il figlio della ragazza). Lei, non proprio entusiasta, ha ammesso però che il matrimonio poteva essere utile a tacitare chi vedeva in lei solo una interessata ai soldi di lui. Il fatto viene indicato come uno dei motivi del dramma familiare, se è vero che l’anziano era intenzionato anche a vendere l’appartamento dove viveva il figlio; in quel periodo aveva anche il conto corrente bloccato, come ha riferito la teste.

-Padre e figlio, un rapporto sempre più difficile
«Paolo mi diceva che suo figlio era un disgraziato, mi metteva sull’avviso dicendomi che lui mi trattava da puttana, e di non intromettermi fra di loro». La giovane fu testimone di un litigio particolarmente violento fra i due, sulla questione della vendita della casa di cui sopra: ha dichiarato alla corte di aver udito gridare dal figlio al padre una frase che la lasciò interdetta: «Cosa aspetti a crepare?». In almeno un’occasione Marie vide Paolo Castiglioni con un occhio nero, ma quando chiese spiegazioni, non ottenne risposta; alla domanda se egli abbia mai lamentato violenze subite da parte del figlio, ha risposto di no. Per quanto in rotta col padre, Stefano non usò mai violenza a Marie: in un caso la portò con sè a Legnano a parlare, sottolineando l’età avanzata del padre, mentre lei ribadiva di vederlo, appunto, solo come una figura paterna. Paterno o meno, le passava del denaro, oltre avari regali («tutti di mia scelta, non ho preso niente della sua ex moglie») pagandole fra l’altro l’affitto del bilocale di via Lamarmora dove la ragazza risiedeva, a duecento metri dalla casa teatro del delitto. Più altre cifre: «a volte 500, a volte 1000 euro, se erano di più rifiutavo, ma lui si arrabbiava: ti dò i soldi, prendi e basta». Nonchè i diecimila euro per avviare i preliminari per l’acquisto della casa in Africa che avrebbe dovuto essere l’ultimo nido d’amore dell’anziano sinaghino, mai stato nel Continente Nero ma pronto a trascorrervi gli ultimi anni con la giovane donna che amava.

– Tra le gelosie incrociate del compagno e di suo figlio
Dal racconto della ragazza e dalle domande incrociate delle parti emerge un carattere a volte aspro anche del padre. Un paio di mesi dopo la nascita del legame sentimentale fra i due, alla fine dell’estate 2007, vi fu una scenata di gelosia con coltello e minacce: andando a trovarla, Paolo Castiglioni aveva trovato in  casa della giovane altre amiche e conoscenti connazionali, e si era adirato, ricordando che pagava l’affitto e così via. Lei aveva risposto che se la voleva, doveva accettare anche la sua famiglia e gli amici. La mattina dopo il pensionato si era ripresentato in macchina davanti a casa sua: coltello in mano, aveva minacciato la ragazza di investirla, se non al momento, più avanti. L’episodio si risolse in una denuncia, ma finì lì, invece di separare la coppia. Di un’altra denuncia, invece, la ragazza nulla seppe fino a dopo il dramma: quella presentata da Paolo Castiglioni contro di lei meno di due settimane prima di essere ammazzato. Una denuncia che secondo l’accusa egli fu costretto a sporgere dietro le pressioni sempre più insistenti del figlio Stefano, che dipingeva un caso da manuale di plagio. «L’atteggiamento di Paolo verso suo figlio era cambiato» ha detto Marie alla corte. «Prima se ne fregava, poi ha cominciato ad averne paura. Non andava più nemmeno al circolo, doveva farsi trovare a casa da Stefano».
Ultimamente Marie si era ritrovata un impiego fuori dalla casa di Paolo, benchè l’uomo non volesse. La mattina successiva al pestaggio mortale, l’uomo avrebbe dovuto accompagnarla al lavoro, all’alba. Ma non diede risposta alla telefonata, e la ragazza pensò che fosse sotto l’effetto dei sonniferi che talora prendeva. Fu solo il lunedì che la polizia la venne a prendere e le disse cosa era accaduto.

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Pubblicato il 05 Ottobre 2010
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