“Il Federalismo parta subito. Dove si può”

Fontana, Marantelli e Pichetto Fratin si confrontano sulla riforma federale. "servono segnali e servono subito. Cominciano dall'evasione fiscale"

Attilio Fontana, Giovanni Corbo, Daniele Marantelli, Gilberto Pichetto FratinDaniele Marantelli e Attilio Fontana sono rispettivamente il più federalista tra la schiera dei piddini e il sindaco leghista che più ha fatto tribolare il ministro Tremonti con il suo asse trasversale di sindaci in rivolta. Eppure la convergenza non è stata sufficiente a stabilire un’intesa di vedute sulla riforma federalista che sta marciando in Parlamento, tra i tanti sgambetti, e contro il tempo di una possibile chiusura anticipata della legislatura.
A fare da stampella, durante l’incontro organizzato dall’amministrazione besnatese su “Federalismo ed enti locali”, il senatore Gilberto Pichetto Fratin, in qualità di tecnico in quanto membro della commissione bilancio al Senato.
Se il traguardo federalista è condiviso il percorso, infatti, lo è tutt’altro. Ok quindi quando Fontana dice che «con il federalismo gli amministratori non potranno nascondersi dietro le deficienze dell’amministrazione centrale». E se significa far fallire la Sicilia? «fallisca anche la Sicilia, punirne una per educarne cento». Alt, però, da Marantelli quando si parla di sanità: «quella lombarda sarà anche un modello europeo ma ci sono più cardiochirurgie che in tutta la Francia. Sanità privata e pubblica non possono essere sullo stesso piano: una fa profitto, l’altra si fa carico dei servizi che il privato valuta come “sconvenienti”».
C’è un dato che però mette d’accordo tutti: «la crescita delle spese correnti dei comuni lombardi, inteso come stipendi e costi amministrativi, è aumentata negli ultimi anni del 3%, più o meno in linea con l’inflazione. La spesa corrente della pubblica amministrazione centrale è schizzata, invece, a più 18%».
Di sicuro significa che qualcuno è più efficiente di qualcun altro, e nello specifico che lo sono i comuni «cellula fondamentale della democrazia», governati da sindaci «a contatto con la gente», che sanno quali sono i problemi «ma hanno bisogno di risorse».
Certo, la corsia federalista prosegue lentamente e un segnale di cambiamento non guasterebbe, il famoso “federalismo a due velocità”: chi può incominci il prima possibile. «Servono segnali e servono subito – spiega Fontana – chi è stato un amministratore virtuoso fino ad oggi non ha ricevuto in cambio che penalizzazioni, vedi l’applicazione dei costi storici. Serve un’inversione di tendenza e non la si può attendere fino al 2018, con tutti i governi che ci toccherà cambiare fino ad allora».
Una proposta? «cominciamo dal fisco: coinvolgiamo le amministrazioni comunali nella lotta all’evasione promettendogli di tenere il 50% delle maggiori entrate che ne risulterebbero».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 23 Novembre 2010
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