Vivevano nelle case Aler ma nascondevano 180 mila euro
In manette un intero nucleo familiare residente in via Puglia. Dopo l'arresto del figlio per spaccio, Polizia e Guardia di Finanza sono risaliti agli altri componenti, accusati di ricettazione. I soldi trovati in casa
Vivevano nelle case Aler di via Puglia, a Gallarate, ma nascondevano nell’appartamento 180 mila euro. Da un arresto per spaccio all’interno di un locale il commissariato di Polizia guidato dalla dirigente Lorena Di Felice e la Guardia di Finanza di Gallarate con a capo il capitano Pettine sono risaliti ad un’intera famiglia di 4 persone dedite alla ricettazione. L’arresto del 30enne Gerardo Salvo, infatti, ha portato alla scoperta, grazie ad un’attività di indagine prolungata anche dopo il suo arresto, del piccolo capitale nascosto in varie parti della casa oltre ad una trentina di dosi di cocaina.
Tutto è iniziato con il ritrovamento nella sua auto dell’ingente somma di danaro ammontante a 13 mila euro, probabile provento dello spaccio di droga e che l’uomo ha tentato di giustificare come una vincita al videopoker. Immediate sono scattate le manette per lui ma, visti i precedenti del padre Antonio Salvo, 70enne originario di Catania con un casellario penale che va dall’estorsione al traffico di stupefacenti per finire con l’associazione di stampo mafioso (considerato uomo vicino al clan dei Santapaola), ha suggerito maggiori approfondimenti riguardo all’intero nucleo familiare.
La seconda fase dell’indagine, dunque, è stata condotta grazie al posizionamento di cimici sia nell’auto dei familiari di Gerardo Salvo che in carcere, durante i colloqui con i suoi familiari. Nelle intercettazioni è apparsa in tutta la sua evidenza la connivenza da parte di tutto il nucleo familiare con Gerardo a partire dal maldestro tentativo di trovare testimonianze nei bar che dimostrassero il fatto che lo stesso Gerardo fosse un accanito giocatore di videopoker. «Loro stessi definiscono questa giustificazione una barzelletta – ha detto il pm Raffaella Zappatini, subentrata al collega Luca Gaglio – e con questa barzelletta speravano di farla franca». Grazie agli elementi raccolti dalla Polizia con le intercettazioni sono scattate le perquisizioni da parte degli uomini delle Fiamme Gialle e sella Polizia che in diverse occasioni hanno rinvenuto, in tutto, circa 180 mila euro nascosti un po’ dappertutto nell’appartamento.
Dagli accertamenti bancari che ne sono seguiti la Guardia di Finanza ha eseguito controlli bancari sui conti per ricostruire 10 anni di movimenti e per poter stabilire con certezza che i redditi (miseri) dei 4 personaggi non erano in grado di giustificare un tale ammontare di soldi. Nemmeno la scusa dei “risparmi di una vita accumulati negli anni e tenuti in casa perchè non ci si fidava delle banche” è apparsa una scusa plausibile e per questo motivo, con l’accusa di ricettazione, sono scattate le manette per tutta la famiglia. I soldi sono stati sequestrati e successivamente confiscati grazie ad articolo della legge 365 del ’92 che permette il sequestro se è dimostrata la sproporzione tra il tenore di vita e la disponibilità economica ufficiale.
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