Alfieri: “In sanità, nomine politiche ma solo di qualità”

A pochi giorni dal rinnovo della cariche direttive delle aziende sanitarie e ospedaliere lombarde, il consigliere del PD contesta un sistema, che non assicura trasparenza

Alessandro Alfieri, consigliere regionale PD «Il sistema va innovato profondamente». Alla vigilia delle nomine dei direttori generali della sanità lombarda, Alessandro Alfieri, consigliere regionale del PD, critica la procedura che porta alla definizione della rosa dei candidati e alla loro selezione: « Le parole dell’Assessore Bresciani sono gravissime – commenta Alfieri – ha di fatto "sdoganato" un sistema di lottizzazione politica con un impatto devastante sui lombardi».
Nei giorni scorsi, l’assessore alla sanità aveva rivendicato maggiori posti direttivi per la Lega perchè: "I direttori si nominano in proporzione ai voti espressi dalla popolazione". Una dichiarazione spiazzante che, benchè tolga il velo da un modello attuato in modo ufficioso, ha acceso la tensione nella maggioranza: « Che i direttori generali abbiamo un rapporto fiduciario con il governo del territorio ci sta benissimo – spiega Alfieri – Quello che contestiamo sono i criteri di selezione degli "aventi diritto". Oggi sono estremamente blandi e non assicurano quella qualità che il nostro modello di assistenza richiede. Noi abbiamo chiesto, con una mozione urgente, che si delinei un nuovo modello di nomina, dove i requisiti siano più professionalizzanti e la candidatura ottenga l’approvazione di un comitato di saggi esterno, di tipo universitario ( Cergas della Bocconi, Cerismas della Cattolina, ecc) altamente qualificato».
Per dirigere un’azienda sanitaria non occorre tanto una laurea in medicina quanto una capacità manageriale di gestire un’azienda, trattare con diversi interlocutori, mediare parti opposte e dialogare con tutti gli attori di riferimento siano essi istituzionali o no: « Varese ha avuto una grande fortuna – commenta il consigliere – ha visto arrivare un direttore che aveva tutte le qualità e le capacità, apprese nella sua carriera precedente di direttore in una struttura complessa. Abbiamo potuto constatare e apprezzare la sua professionalità. Ma altre città della Lombardia non sono state così fortunate: ci sono manager che hanno ingessato situazioni di conflittualità, altre che hanno attuato politiche contrarie agli interessi del territorio. Proprio alla luce dell’importanza che ricoprono questi manager, noi riteniamo che occorra maggiore selezione dei candidi. Poi, all’interno della rosa, le nomine possono avvenire a seconda del rapporto fiduciario».
Una battaglia, quella della trasparenza e della qualità delle nomine, che il PD aveva già avanzata, senza molto successo, durante la discussione del piano socio sanitario.

L’uscita di Luciano Bresciani viene spiegata da Alfieri come il campanello del clima molto teso che si sta vivendo in questi giorni a Milano: « Queste parole hanno messo in difficoltà il Governatore che ha già annunciato una prossima comunicazione. È chiaro che la lotta si stia inasprendo ma basterebbero poche , elementari regole per garantire maggior efficacia e qualità in un settore così importante come quello della sanità, dove negli ultimi anni si è concentrata la gran parte dei capitali regionali anche se tutti nell’edilizia lasciando fuori la programmazione sanitaria che oggi si scontra sul territorio con una rete di assistenza tra ospedali, medici di base e famiglie poco efficace».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 14 Dicembre 2010
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