Giardini Sospesi, cambia in verde l’aspetto di Masnago

Aprono da oggi, 9 dicembre, le vendite del complesso che sorgerà sulle ceneri della Skf di Masnago. Parola d'ordine: verde ed ecologia

Giardini sospesi, come saràSi comincia davvero.
Dopo cinque anni di bonifiche, cambiamenti, riflessioni con il comune di Varese, sono partiti i lavori per la riqualificazione dell’area industriale Skf, un buco lasciato dalla deindustrializzazione nel bel mezzo del quartiere Masnago di Varese.
Un luogo il cui destino è stato a lungo dibattuto e ora è sottoposto a un progetto che vuole trasformare in un gioiello di verde e tecnologia quelllo che erano solo rovine industriali.

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Un progetto che vede l’ex fabbrica diventare un quartiere residenziale, un centro direzionale e – solo parzialmente – un polo commerciale. E che punta su un verde avveniristico e allo stesso tempo babilonese, sospeso da terra e in grado di fare dimenticare la strada che c’è sotto, concepito dalla Fim group e messo su carta da uno degli studi di architettura più in voga di Milano, lo studio Capelli.

Da oggi questo progetto si confronta con il mercato: il 9 dicembre 2010 è stato infatti inaugurato l’ufficio vendite del complesso. Ovviamente situato in via Borghi, dove ormai il cantiere è partito, l’ufficio vendite vuole essere un assaggio, anche stilistico, di come sarà il complesso dei Giardini Sospesi.  All’inaugurazione seguiranno poi tre giorni di Open Day, il 10 l’11 e il 12 dicembre, dove chi fosse interessato potrà ricevere informazioni dettagliate sul progetto, le finiture e le caratteristiche degli edifici in fase di costruzione.

IL team di Giardini Sospesi«Dopo tanti mesi di lavoro dietro le quinte, ora possiamo presentare al pubblico qualcosa di concreto – ha commentato Massimiliano Monferini, presidente di Fim Group – La gente potrà visitare l’Ufficio Vendite che riproduce quella che sarà l’architettura dei Giardini Sospesi e valutare in anteprima la portata di questo importante progetto».

L’Ufficio è organizzato su due piani di circa 60 metri quadrati l’uno. Al piano terra si trovano la reception e due uffici dove accogliere i clienti, al primo piano – che è più o meno al livello in cui saranno i giardini sospesi, una volta conclusa la costruzione: saranno infatti a circa 3 metri d’altezza – c’è un vero e proprio show room dove è possibile vedere e toccare con mano i materiali utilizzati per le finiture e i sistemi di domotica.

Il complesso invece prevederà la realizzazione di 76 appartamenti di vario genere, dai bilocali ampi (65-70 metri quadri) a quadrilocali con terrazze panoramiche e giardini sopraelevati davanti. Agli 8.300 metri quadrati ad uso residenziale, si aggiungeranno i 2.900 metri quadrati ad uso direzionale e i 1.450 mq ad uso commerciale, circondati da 6.000 metri quadri di verde, parte del quale sarà su una struttura pensile sospesa a circa 3 metri di altezza che dà il nome all’intero complesso.

Il progetto è stato realizzato dallo Studio Capelli di Milano e dallo Studio Segre di Varese. Per il verde invece è stata scelta Patrizia Pozzi, uno dei più autorevoli architetti-paesaggisti italiani. La progettazione degli interni è curata dallo studio di design dell’architetto Matteo Nunziati, i cui prodotti hanno fama internazionale. «Siamo di Milano, abbiamo iniziato a progettare “alla milanese” – spiega Dinah Nunziati, dello studio di progettazione di interni – Ma abbiamo adeguato le nostre proposte anche a un gusto più varesino, che magari apprezza maggiormente la tradizione. Così saranno possibili, nella scelta della casa, opzioni moderne e classiche insieme».

Per chiudere definitivamente la questione con i ricordi di questa area industriale, le costruzioni che nasceranno saranno a classe energetica A grazie a geotermia, impianti solari, pavimenti a pannelli radianti e domotica. «Un vantaggio per chi ci verrà a vivere, perchè il costo in energia per riscaldare e rinfrescare la casa e l’acqua si valuta possa essere di non più di 600-700 euro all’anno» spiega il direttore commerciale di Fim Massimo Cascone.
Ma anche un risarcimento per quella zona, troppo a lungo ferita e abbandonata.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 09 Dicembre 2010
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