Il telefono era un benefit? Caianiello a processo per peculato
Il presidente di Amsc è accusato di aver effettuato telefonate a carico dell'azienda a propri amici e conoscenti. Secondo la difesa era un suo diritto per il pubblico ministero no. Giallo sul documento presentato dalle difese
Si è svolta questa mattina, giovedì, l’udienza del processo per peculato a carico di Nino Caianiello, presidente di Amsc, al quale la Procura di Busto Arsizio ha contestato l’uso del telefono cellulare dell’azienda multiservizi per chiamate personali ad amici e persone che nulla avevano a che fare con il lavoro da lui svolto per l’azienda. Davanti al collegio presieduto dal giudice Novik sono sfilati testi dell’accusa rappresentata dal pm Roberto Pirro il quale ha cercato di dimostrare, al contrario di quanto sostiene la difesa (rappresentata dai legali Besani e Candiani), che il telefono usato con una certa disinvoltura dal presidente di Amsc, non fosse un benefit come invece dimostrerebbe un documento datato 2001 e firmato dall’allora direttore Ermanno Fornara.
Si tratta di circa 92 chiamate per un totale di poco inferiore ai 5 mila euro che l’Amsc avrebbe dovuto sborsare. Questa mattina è stato chiamato a testimoniare l’attuale direttore generale di Amsc Guido Gioli, in carica dal febbraio 2009, il quale ha dichiarato di non poter rispondere per quanto fatto dai suoi predecessori prima della sua entrata in azienda. Dopo di lui ha parlato il direttore delle risorse umane Luigi Galluppi che, pur confermando che a lui non risultava che il telefono fosse un benefit, può rispondere solo dei dipendenti (per i quali è certo che non sia previsto) e non degli amministratori, assunti dal cda con contratti di collaborazione e, dunque, non considerati dipendenti. A seguire è stato chiesto alla responsabile dell’ufficio protocollo se al documento nel quale si assumeva Nino Caianiello fosse allegato un documento che attestava il telefono come benefit per il neo-nominato presidente ma questa ha escluso che quel documento fosse stato mai protocollato. Anche i tecnici dell’archivio digitale hanno negato l’esistenza negli archivi digitali di quel foglio. La prossima udienza prevede l’audizione di altri testi dell’accusa.
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