Le mani di Carla migliorano: “Ho scritto gli auguri di Natale”
La donna gorlese che ha subito il trapianto di entrambi gli arti ha passato il suo primo Natale con le mani nuove e con le quali riesce già ad afferrare oggetti grandi e leggeri. La terapia antirigetto ha funzionato
L’avevamo intervistata lo scorso 15 novembre e ci raccontava dei suo progressi, siamo andati nuovamente a trovarla e le sue mani ci hanno salutato. Carla Mari, prima donna in Italia a subire un doppio trapianto di mani, sta bene e le sue mani migliorano un po’ alla volta. Lei lo sa e la sua pazienza è infinita: «Ogni giorno c’è un piccolissimo miglioramento, aumenta la mobilità, aumenta la sensibilità e le ferite si sono ormai del tutto rimarginate – racconta con alle sue spalle il grande albero di Natale di casa Grisetti – anche la terapia sta proseguendo secondo i ritmi prestabiliti e adesso comincia a diminuire anche la sua intensità».
Carla non nasconde che è stancante tutto quello che deve fare per continuare a guarire: «La sera sono spossata ma è normale con tutte le medicine che prendo – racconta – il morale è alto, però. La terapia antirigetto ha funzionato e i fastidi sono minimi». Ma il risultato più grande lo sta verificando in questi giorni: «Comincio a prendere in mano oggetti grandi e leggeri – ci dice – mi sto allenando con dei pezzi di polistirolo e l’altro giorno le mie figlie hanno amodificato un pennarello per adattarlo alla mia mano e ho scritto un biglietto d’auguri». All’ospedale San Gerardo di Monza, dove opera il professore che ha eseguito l’intervento Massimo Del Bene, ormai va una volta alla settimana per mostrare i suoi progressi.
E’ senza dubbio un Natale speciale e il 2011 che arriva si prospetta come un anno di rinascita: «E’ il Natale più bello della mia vita – conclude – e l’anno che arriva sarà pieno di sfide da vincere. Grazie alla mia famiglia che mi aiuta, grazie ai miei compaesani che non mi fanno mancare il loro appoggio so che sarà un anno bellissimo». Casa sua è un viavai di amici che vengono a trovarla continuamente e con cortesia chiude l’intervista: «Mi dispiace doverla salutare ma sto aspettando degli amici che stanno venendo a trovarmi». Il suo sorriso è sereno e con la mano mi saluta.
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