Polemiche sul ghiaccio: la Valascia deve chiudere
Lo storico palaghiaccio in cui gioca l'Ambrì Piotta non potrà essere ristrutturato perché, secondo il Cantone, si trova in zona a rischio valanghe. Il club preoccupato per i costi e per la propria sopravvivenza
È forse l’impianto sportivo più famoso del Canton Ticino, con quel nome dialettale e quella architettura non del tutto chiusa che d’inverno porta sul campo di gioco un freddo clamoroso, che stride(va) con il bollente calore del pubblico, almeno quando la squadra veleggiava nelle prime posizioni del campionato. La "Valascia", il palaghiaccio dell’Ambrì Piotta che sorge sul territorio di Quinto, in Val Leventina, non è una semplice pista ma ha un valore ben più alto per gli abitanti della zona e gli amanti dell’hockey. Ciò nonostante però, l’impianto è destinato a chiudere i battenti e a essere sostituito da un nuovo palasport ubicato in un altro luogo: il Cantone infatti ha negato la ristrutturazione della pista per cui il club aveva presentato una rischiesta, in quanto la zona dello stadio del ghiaccio è inserita in un’area a rischio valanghe.
Senza l’autorizzazione per restaurare la "Valascia" dunque, bisognerà individuare una zona per far sorgere un nuovo impianto, il quale avrà però necessita di investimenti ben più elevati che il club, da solo, difficilmente si potrà permettere. Non a caso, il presidente biancoblu Filippo Lombardi ha parlato apertamente di «giorno più nero per l’Ambrì Piotta», società che tra l’altro in anni recenti ha già dovuto stringere la cinghia, non potendo contare su magnati e pubblici oceanici di altre città elvetiche.
Lombardi lamenta anche il fatto che di recente l’Ambrì ha investito 1,7 milioni di franchi per il rifacimento dell’impianto del freddo, soldi che a questo punto potevano essere accantonati e destinati al nuovo impianto. In Leventina dunque è tempo di polemiche (e anche il Municipio di Quinto si dice preoccupato della vicenda) mentre il consigliere di Stato Marco Borradori ha contrattaccato in seguito alle dichiarazione di Lombardi, sostenendo che il vincolo a zona a rischio risale a cinque anni fa e solo ora la società si sarebbe mossa per una perizia.
La situazione è complicata, soprattutto per i costi (si parla di 30-32 milioni di franchi, almeno 24 milioni di euro) e il rischio che l’Ambrì possa – senza una pista adeguata – perdere il palcoscenico della Divisione Nazionale A (dove i biancoblu giocano ininterrottamente dall’85) potrebbe diventare realtà.
Intanto, sul piano squisitamente sportivo, il Ticino punta gli occhi sul derby di domani sera tra Ambrì e Lugano, proprio alla Valascia, cui le due squadre di lingua italiana arrivano in un pessimo momento di classifica: ultimi i leventinesi, penultimi i bianconeri. E con i tifosi dell’Ambrì che hanno già detto la loro sul nuovo impianto con uno striscione esposto a Davos: «O Valascia o muerte».
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