Polizia Locale, il commiato del comandante Casale

Diretto a Monza, "dopo nove anni, lascio un buon comando": e ricorda la videosorveglianza, la sicurezza integrata, il vigile di quartiere. Frecciate anche da parte del sindaco a chi lo ha attaccato e criticato negli anni

Commiato in grande stile stamane ai Molini Marzoli per il comandante della Polizia Locale e dirigente del settore sicurezza, Alessandro Casale. Dopo nove anni il comandante lascia: andrà a Monza, dove lo attendono compiti più definiti – ricoprirà il solo comando della Polizia Locale – e organici più adeguati (circa 120 agenti, contro la sessantina di Busto).  Per salutarne la partenza, un incontro pubblico in sala Tramogge con discorsi e un rinfresco nella sede del comando presso il medesimo edificio affacciato su viale Cadorna; presenti rappresentanti di Agesp, Aler, assessori, il prevosto monsignor Agnesi, il tribunale, il mondo economico e dell’impresa. Imminente la nomina del suo successore, che potrebbe essere ufficializzata domani stesso.
Nove anni per Casale a Busto Arsizio, nove anni in cui si è assistito ad una sorta di mutamento genetico del servizio di polizia locale; un decennio segnato, non certo solo a Busto, dall’ossessione imperante della sicurezza, a tutti i livelli. Saliva così l’attenzione a tutta una serie di temi: la videosorveglianza, la sicurezza stradale, il rispetto delle normative più stringenti, il coordinamento interforze e la sicurezza integrata. A quest’ultimo proposito, è Casale stesso a ricordare soddisfatto che Busto Arsizio a suo tempo ha dato il la con l’operazione Smart, "nata" proprio qui e che vide Busto coordinare anche altri comandi. L’iniziativa vide il pieno coinvolgimento della Regione, anche con l’impiego di elicotteri (erano i giorni in cui i bustocchi si chiedevano cosa ci facesse un elicottero che nelle ore serali ronzava sulle loro teste ndr), «la prima operazione con monitoraggio aereo in Italia, che ora continua in varie sedi, inclusa Monza, a distanza di anni, è motivo di orgoglio». Casale rivendica anche l’esempio della polizia di prossimità, di cui si iniziò a parlare ai primi del 2002, pochi mesi dopo il suo arrivo: anche questa ha fatto scuola, sono venuti anche da Savona, riferisce, ad osservare e prendere nota del metodo poi sfociato nei security point nei quartieri. Motivo di orgoglio è anche la fiducia mostrata dalla magistratura con la delega per le intercettazioni telefoniche.
«I risultati del comando, tenuto conto del numero di persone sono assolutamente soddisfacenti e gratificanti. In una città da 80mila abitanti» ricorda Casale «abbiamo lavorato mai in più di 60, Varese con la stessa popolazione è sui 100, Monza sui 120. Abbiamo fatto qualcosa per la città, l’impianto di videosorveglianza: momento importante dal punto di vista organizzativo, anche perchè abbiamo gestito un appalto a livello comunitario, una cosa non facile, anche perchè ci arrivavano mail in lingua straniera che chiedevano informazioni. Abbiamo portato un piccolo salto culturale nella città, introducendo anche dei sistemi di controllo da remoto che sono stati fortemente attaccati, partendo da quelli sul rosso ai semafori; poi la gente si è resa conto che se i vigili anziché al semaforo sono in giro a controllare la città è meglio». Di attacchi Casale ne ha subiti eccome: da dentro il comando, e soprattutto da fuori. «Mi dispiace la campagna contro l’amministrazione e il sottoscritto» ricorda «da cui siamo comunque usciti trionfatori, chi ha presentato fior di ricorsi li ha persi tutti. Al di là della sede prestigiosa, Monza, vado via felice. Anche stanco, certo: ho dovuto gestire con impegno e serietà non solo il comando di Polizia Locale ma settori disparati come la protezione civile, il trasporto pubblico, la mobilità, il commercio, da ultimo la riscossione tributi. Esperienza manageriale importantissima per me, e ringrazio il sindaco della fiducia. Tanti impegni, che forse non mi hanno consentito di dedicare molto tempo ai miei uomini».
Casale lascia «un comando ben organizzato, un corpo che ha senso di appartenenza e spirito di sacrificio. Da formatore ho girato l’Italia, ho visto tanti comandi, e sono ampiamente soddisfatto di quello di Busto. Il sorriso della gente» concludeva commuovendosi «è il miglior ricordo che lascio qui».

Assente l’assessore alla sicurezza Fazio, messo ko dall’influenza che ha falcidiato anche la Giunta in questo periodo natalizio, era il sindaco Farioli a salutare Casale: «Mi ha spesso sorpreso in questi anni: ho sentito il dovere e il piacere di salutarlo. Non sempre il suo rapporto con chi crede di rappresentare la città ma è minoranza assoluta è stato facile» aggiungeva il sindaco con una frecciata. «Siamo mancati nella comunicazione e nella visibilità, ma perchè abbiamo privilegiato la concretezza. Siamo dei Tafazzi a volte» faceva autocritica, «e non sappiamo mettere in luce le eccellenze locali, eppure si è cresciuti nel rapporto quotidiano con le altre forze dell’ordine. Non comunicati, non interviste ma attenzione quotidiana alla città. Un salto culturale vero quello fatto con la sicurezza integrata: multe, sì, ma anche attenzione alle situazioni di disagio. E Busto» ricordava il sindaco «è l’unico comune lombardo che ha aumentato percentualmente il personale destinato alla sicurezza». Ne aveva un gran bisogno. Farioli tornava ancora brevemente sulle polemiche: «Ci si è lamentati per le multe a tutela dei soggetti deboli, a partire dai pedoni, ma tutti i comuni lombardi hanno voluto imitarci. A Monza offriamo il meglio: Alessandro Casale». Prima del "rompete le righe", il sindaco ha annunciato che il 20 gennaio si terrà sempre ai Molini Marzoli «una giornata particolare di ringraziamento agli agenti in servizio e in pensione», nel giorno di San Sebastiano, santo patrono del corpo di polizia locale.

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Pubblicato il 29 Dicembre 2010
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