Volontari e clochard insieme per una cena speciale

L'appuntamento, "benedetto" dall'amministrazione comunale, ha messo insieme i "padroni di casa" della Croce Rossa, Alpini, Ali d'Aquila. Dieci gli ospiti, tra cui una donna e uno straniero

Una serata dedicata a loro, ai clochard, i senza fissa dimora che vivono in stazione, ma anche ai volontari che quotidianamente sono loro vicini, con semplicità, offrendo conforto e aiuto. Cibo caldo, abiti, visi amici: non sono poco per chi ha conosciuto e conosce un’aspra solitudine, il gelo siderale delle notti invernali, e il freddo più terribile, quello nello sguardo di chi passa e giudica un giaccone sdrucito, un casco di capelli scarmigliati. È una bella iniziativa quella di martedì sera presso la sede del Comitato bustese della Croce Rossa Italiana, in via Castelfidardo: una decina di "clochard" sono stati ospiti a cena dei volontari, che sono andati a prenderli in stazione. Anche quelli tra loro che non se la sentivano di "apparire" hanno comunque ricevuto un pasto caldo completo. Era un momento doveroso di vicinanza umana, nel bel mezzo delle feste di Natale. La serata ha avuto la benedizione dell’amministrazione comunale, e ha visto insieme i padroni di casa della CRI, la locale sezione dell’associazione Alpini, i giovani volontari di Ali d’Aquila, a loro volta attenti e sensibili nell’aiuto ai bisognosi. Aiuto che non fa domande, ma dà risposte.
«Siamo qui stasera per mostrare la vicinanza del Comune, ma anche per fare rete, per sottolineare la collaborazione di gruppi come Croce Rossa, Alpini, Ali d’Aquila» ha detto l’assessore ai servizi sociali Mario Crespi salutando i convenuti prima della cena. Crespi si è soffermato, con parole di lode, su quanto fatto dai ragazzi di Ali d’Aquila, citando in particolare l’utile ricerca compiuta con l’Università Bicocca di Milano, e da essi resa pubblica circa un mese fa sugli orientamenti dei bustocchi nei confronti della "marginalità". Che dimostra come vi sia in città una diffusa sensibilità e consapevolezza dell’esistenza di problemi di questo tipo.

Se il servizio della Croce Rossa non abbisogna di presentazioni, e copre le necessità alimentari e sanitarie di chi vive all’addiaccio – «c’è chi dorme addirittura all’aperto in questo periodo, ma la Croce Rossa vigila e ha portato coperte per tutti, evitando drammi accaduti altrove» osservava Crespi – gli Alpini aiutano nella preparazione dei pasti caldi («ricordiamo i nostri morti aiutando i vivi»), e Ali d’Aquila, come ricordava Sara Noli per l’associazione, offre il servizio doccia e cambio d’abiti il sabato mattina, presso l’oratorio San Filippo. Anche Comunità Giovanile si è fatta coivolgere, e non pochi dei suoi ragazzi sono entrati nel giro, hanno «preso il vizio» di rendersi utili. Ma la solidarietà non finisce qui: a coloro che vivono la più aspra e difficile delle libertà, il più dolce degli omaggi da chi la libertà non ce l’ha più: il panettone del laboratorio di pasticceria del carcere di via per Cassano. Una bontà: «da buongustaio, confermo» ha detto il sindaco, che non è mancato per un saluto.

E poi loro, gli ospiti i protagonisti della serata. Una decina quelli che hanno accolto l’invito e sono giunti con i volontari: strette di mano, pacche sulle spalle, baci e abbracci, chiacchiere, dialoghi, banali o profondi. Dieci persone, tra cui una donna e uno straniero, tutti alla tavolata a ferro di cavallo, imbandita nel colore rosso delle feste, fra antipasti di affettati e insalata russa, fumanti e appetitosi piatti, polente, cotechini. «Questa serata è dedicata a voi» si è detto agli ospiti. «Non ci sono parole per voi: possiamo solo dire grazie per l’sopitalità, grazie per quello che fate» la risposta data da uno di loro. Se un Dio c’è, questa sera, guardando giù, ha sorriso.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 29 Dicembre 2010
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