Cgil contro gli aumenti di treni e pullman: “si potevano evitare”

Il sindacato contesta i tagli della Regione al trasporto pubblico, considerato strategico. "L'accordo era: aumenti solo se migliorava il servizio"

"La qualità del servizio nel Trasporto pubblico locale lombardo non migliora, intanto si avvicinano gli aumenti decisi dalla Giunta Regionale". La Cgil denuncia gli effetti dei tagli del Governo centrale e l’impatto che hanno sul trasporto pubblico in Lombardia.  "Soppressioni, porte che Cgil contro i tagli di Formigoni al trasporto pubbliconon si chiudono, carrozze o troppo fredde o troppo calde.  I disagi riservati a pendolari, utenti e lavoratori non concedono tregua; contestualmente, con delibera 1204 del 29 dicembre 2010, la Giunta lombarda ha deciso l’aumento straordinario delle tariffe.  Questa traduzione dei tagli della Finanziaria 2011 non era obbligata; la Cgil Lombardia ha ribadito più volte che altre vie d’uscita potevano essere ricercate per salvaguardare un servizio pubblico strategico per la sostenibilità economica, occupazionale e ambientale della nostra regione". La Cgil accusa la Regione di aver "messo in standby il regolamento tariffario scaturito dal Patto di riforma che legava gli incrementi tariffari al miglioramento del servizio: "dal 1° febbraio 2011 per pendolari e utenti ai disagi si sommerà l’aumento del 10% delle tariffe e dal 1° maggio, anticipato rispetto a quanto preannunciato nell’ambito del confronto prenatalizio al Tavolo TPL, quello ulteriore del 10%.

Secondo il sindacato gli aumenti non tengono conto della crisi sociale in atto, le agevolazioni ignorano le differenze quantitative e le sofferenze che gravano sui redditi in particolare quelli medio-bassi. "Anche l’integrazione tariffaria, promessa più volte, rimane disattesa: la delibera non mantiene i contorni annunciati e, anziché per l’intera Regione, viene prevista soltanto in ambito cittadino. Ora le amministrazioni locali dovranno procedere; a loro spetterà la scelta di applicare quanto deliberato dalla Regione. Quali saranno le conseguenze di decisioni il cui effetto è dilazionato nel tempo, sarà da verificare. Di certo sarà pesante e gravoso sulla già provata condizione sociale ed economica di tanta parte della popolazione lombarda e non favorirà la pace sociale".

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 13 Gennaio 2011
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