Baader-Meinhof, come nacque (e morì) una banda di terroristi

Al cineforum dei Mohicani il film "La banda Baader-Meinhof", storia del gruppo terroristico tedesco RAF di ispirazione marxista leninista

Proiettato ieri al cineforum dei Mohicani il film "La banda Baader-Meinhof", storia del gruppo terroristico tedesco RAF di ispirazione marxista leninista.
Il film traccia la loro storia del gruppo dividendola in quattro fasi, il tutto in una sequenza serrata da thrilling.
1. Il brodo di coltura ideologico da cui sono nati i terrorismi rossi in Europa: la guerra in Vietnam, la situazione palestinese e il timore che riprendessero piede i vari fascismi (bisogna ricordare che la seconda guerra mondiale era terminata solo venti anni prima).
2. La prima fase con assalto ai simboli del potere capitalista e gli espropri proletari.
3. Il mutamento di strategia che passa da semplici atti dimostrativi ad attentati dinamitardi contro basi Nato ed americane, ambasciate.
4. Le azioni di rilevanza internazionale che iniziano subito dopo l’arresto della giornalista Meinhof, di Baader e della sua compagna e del processo a loro carico a Stoccarda. Fino alla morte per suicidio prima della Meinhof (1976) e poi degli altri (Baader, Ensslin, Raspe), a seguito del fallimento del dirottamento di un aereo della Lufthansa, avvenuto con l’aiuto dei palestinesi, con il quale i terroristi della Raf avevano tentato di ottenere la scarcerazione dei detenuti (1977). Dopo il suicidio dei tre detenuti, il Presidente degli industriali tedesco ed ex gerarca nazista Martin Shleyer, rapito in precedenza, viene ucciso.
Sulla morte in carcere della Meinhof (e degli altri leader) di cui si accenna nel film, c’è abbondante letteratura che si è spesa in direzioni opposte: suicidio di Stato o suicidio tout court, senza arrivare a conclusioni unanimi. Ben tracciato il ruolo di chi massimamente ha compreso il fenomeno Raf, il capo dell’unità antiterrorismo Horst Herold.
Raccontare cinematograficamente la parabola di uno dei gruppi che, insieme alle Brigate rosse, ha maggiormente segnato la storia del terrorismo rosso in Europa e rimanere obiettivi tra onestà intellettuale ed ideologica, oltre che storica, non è impresa da poco. Per farlo, si è dovuto tralasciare di tracciare con decisione sulle psicologie che hanno spinto i leader a tali scelte estreme e il ruolo di guida ideologica che questa formazione ha avuto, sin dal suo nascere, riguardo le consorelle europee (Brigate rosse, Eta, Ira, Napap); si ricordino, a titolo di esempio, le similitudini tra il sequestro Schleyer e quello dell’Onorevole Moro. Si è raccontato, senza approfondirlo, il ruolo e l’apporto dato dai terroristi palestinesi alla guerriglia metropolitana in Francia, Germania, Italia, intensificatasi particolarmente verso la fine degli anni ’70 e i primi anni ‘80. I palestinesi hanno a più riprese ospitato terroristi rossi nei loro campi di addestramento militari. Ma per chi abbia desiderio di farsi una cultura, viene in aiuto l’abbondante letteratura storica sull’argomento del terrorismo.

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Pubblicato il 18 Marzo 2011
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