Nucleare oltre confine: anche la Svizzera si interroga
L'emergenza giapponese ha riacceso il dibattito sulla sicurezza. Nella Confederazione sono cinque le centrali attive. La consigliera Leuthard sospende le procedure per i nuovi impianti
Come in Germania anche nella vicina Svizzera l’emergenza nucleare ha riacceso il dibattito sulla sicurezza degli impianti in funzione nel paese. I media elvetici e stranieri chiedono in generale più trasparenza sui temi legati all’energia nucleare e in particolare sulla comunicazione in merito ai rischi connessi al loro funzionamento. Lunedì mattina, nel corso di un incontro con rappresentanti dell’Ufficio federale dell’energia e dell’Ispettorato federale della sicurezza nucleare (IFSN), la Consigliera federale Doris Leuthard ha deciso di sospendere le procedure in corso relative alle domande di autorizzazione di massima per nuove centrali nucleari. L’IFSN è stato incaricato di procedere a una verifica anticipata della sicurezza degli impianti esistenti in Svizzera. Una verifica è già in corso presso la centrale di Mühleberg. Secondo la Consigliera federale Doris Leuthard, "la sicurezza ha la massima priorità".
Quali sono rischi per le centrali svizzere?
Il sito di informazione Swissinfo ha realizzato una sintesi delle diverse posizioni sull’argomento: "Al di là delle accuse di strumentalizzazione sono molti gli interrogativi ancora senza risposta sollevati dal dramma giapponese: «Resisteranno ancora i vecchi reattori di Beznau e Mühleberg?», si chiede Le Temps. «Possiamo ancora immaginare un futuro senza atomo?», gli fa eco Le Matin. «I sostenitori al fronte dell’opzione atomica, ovviamente, fingono sicurezza e padronanza della tecnologia», commenta La Regione Ticino. «In realtà la domanda che tutti si pongono è: ma sarebbero davvero in grado le nostre centrali di reggere di fronte a scosse telluriche simili?». Stando al Blick, gli stabilimenti elvetici «non sono dei rottami ma sono stati costruiti secondo le regole». Come quelli giapponesi, d’altronde. «Da decenni le centrali nucleari hanno fornito energia senza problemi, e ci siamo ormai abituati a credere che siano sicure. Anche i giapponesi vi avevano creduto. Fino a tre giorni fa». Ora la paura è tornata, scrive il Blick, e allora che fare? I quotidiani elvetici sembrano concordare sulla necessità di un dibattito «trasparente» e «onesto» in vista della votazione federale sulla costruzione di una o due centrali atomiche, in programma per il 2013. «I responsabili delle centrali hanno l’obbligo di orientare il dibattito in modo credibile, senza cercare di sdrammatizzare o mascherare i fatti», commentano Tages Anzeiger e Bund. «È soltanto attraverso una discussione trasparente che il popolo potrà pronunciarsi», aggiunge Le Matin. «I promotori del nucleare devono informare la popolazione dei veri rischi, uscire dai discorsi che paventano una penuria e smetterla con le frasi angeliche». Per i fautori del nucleare non sarà però facile convincere i più scettici dei vantaggi di questa tecnologia, scrive la Aargauer Zeitung. Opinione condivisa anche dalla Nzz, secondo cui «sarebbe importante una volta per tutte poter affrontare il vero nocciolo del problema: la capacità umana e tecnica di controllare questa fonte di energia anche in caso di grave incidente»".
Le centrali in Svizzera
Le basi giuridiche della politica svizzera in materia di energia nucleare risalgono al 1946, quando il Parlamento approvò il primo decreto del Consiglio federale per la promozione dell’energia nucleare. Nel 1957 la legislazione nel settore dell’energia nucleare venne ancorata nella Costituzione. Due anni dopo, il 23 dicembre 1959 il Parlamento approvò la legge sull’energia nucleare. Con il decreto federale concernente la legge sull’energia nucleare del 1978, la legge sull’energia nucleare è stata completata con l’introduzione dell’autorizzazione di massima, della prova del bisogno per la costruzione di centrali nucleari e il trasferimento della responsabilità dell’eliminazione sicura delle scorie radioattive ai relativi produttori. Il 1° febbraio 2005 la legge sull’energia nucleare e il decreto del Consiglio federale sono stati sostituiti dalla nuova legge e dall’ordinanza sull’energia nucleare. Secondo la nuova legge il rilascio dell’autorizzazione di massima per nuovi impianti nucleari da parte del Consiglio federale e dell’Assemblea federale è soggetto a referendum facoltativo. In Svizzera l’energia nucleare è utilizzata esclusivamente a scopi pacifici: per la produzione di energia elettrica e per applicazioni nei settori della medicina, dell’industria e della ricerca. Lungo l’arco dell’anno, calcolato su un periodo di dieci anni, la quota di energia elettrica di origine nucleare rispetto alla produzione complessiva svizzera è mediamente del 39%, con punte del 45% in inverno. Essa si situa quindi al di sopra della media europea, che è del 33%. Le cinque centrali nucleari svizzere hanno una potenza complessiva di 3,2 GW e una disponibilità annua di oltre il 90%.
Gli impianti in funzione (dal sito dell’Ufficio federale dell’Energia)
Entrata in funzione | Caratteristiche | |
Beznau I | 1969 | Potenza: 365 MWe Tipo di reattore: ad acqua pressurizzata Raffreddamento: diretto, con acqua di fiume |
Beznau II | 1972 | Potenza: 365 MWe Tipo di reattore: ad acqua pressurizzata Raffreddamento: diretto, con acqua di fiume |
Mühleberg | 1972 | Potenza: 355 MWe Tipo di reattore: ad acqua bollente Raffreddamento: diretto, con acqua di fiume |
Gösgen | 1978 | Potenza: 970 MWe Tipo di reattore: ad acqua pressurizzata Raffreddamento: torre di raffreddamento |
Leibstadt | 1984 | Potenza: 1’165 MWe (dal 26.8.02) Tipo di reattore: ad acqua bollente Raffreddamento: torre di raffreddamento |
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