Bach ha parlato con Dio e gli ha dato ragione
Le nuove "Note a margine 2" di Davide Ielmini, pubblicate da Zecchini Editore, sono un viaggio nel trascendente. Giorgio Gaslini: «è un’appassionata e vissuta piccola storia di musica»

Al bel contenitore, corrisponde anche un gustoso contenuto (tra l’altro i racconti, sono ormai una specie letteraria in via d’estinzione) come confermano ben cinque autorevolissime prefazioni al libro.
Ciò che ha scritto Ielmini dovrebbe inorgoglire tutti i musicisti, ma non per il fatto che i suoi racconti hanno come soggetto principale la musica o chi fa musica, ma per le questioni fondamentali che pone al lettore. Questioni esistenziali, in cui l’anima deve fare i conti con la vita quotidiana abituata a cibarsi di apparenze materiali. E allora, come sottolinea Gabriele Cassone nella sua prefazione, «non importa chi sia tu o che lavoro svolga; l’umiltà è la porta d’entrata della musica, da qui nasce l’unica maniera per comunicare veramente, diventando veicolo della musica senza porsi davanti ad essa».
In “Note a margine 2” è la musica che prevale su tutto, solo con Dio se la gioca alla pari. Nella prima parte del libro ( “Nell’anfiteatro nuvolare”) c’è la convinzione laica dell’autore che l’origine delle sette note sia trascendentale. Senza scomodare il matematico Marcus Du Sautoy e la musica che sottende i numeri primi (la chiave dell’universo), Ielmini immagina un curioso colloquio tra Bach, l’unico musicista in missione sulla terra per conto di Dio, e colui che è all’origine di tutte le cose visibili e invisibili. Nello scambio di battute emerge una verità che svela il rapporto contraddittorio che esiste tra la semplicità (l’effetto finale che le orecchie dei comuni mortali percepiscono con un certo godimento quando ascoltano la musica) e la complessità che genera il gesto creativo. «Tutti noi siamo in fondo “strumenti nelle mani di Dio, ma pochi sanno toccare le corde giuste”» scrive Giovanni Nuti nella sua prefazione. E quando accade, la musica diventa giustizia e consapevolezza, qualità che i racconti di Ielmini riportano in una dimensione religiosa: l’assoluto «per sconfiggere l’oblio». Per dirla alla Giorgio Gaslini (altro autore della multi- prefazione, gli altri sono Patrizia Laquidara e Max De Aloe), questo libro è «un’appassionata e vissuta piccola storia di musica» che parte dal carnale per arrivare al metafisico. E, una volta arrivato, ci rimane.
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In “Note a margine 2” è la musica che prevale su tutto, solo con Dio se la gioca alla pari. Nella prima parte del libro ( “Nell’anfiteatro nuvolare”) c’è la convinzione laica dell’autore che l’origine delle sette note sia trascendentale. Senza scomodare il matematico Marcus Du Sautoy e la musica che sottende i numeri primi (la chiave dell’universo), Ielmini immagina un curioso colloquio tra Bach, l’unico musicista in missione sulla terra per conto di Dio, e colui che è all’origine di tutte le cose visibili e invisibili. Nello scambio di battute emerge una verità che svela il rapporto contraddittorio che esiste tra la semplicità (l’effetto finale che le orecchie dei comuni mortali percepiscono con un certo godimento quando ascoltano la musica) e la complessità che genera il gesto creativo. «Tutti noi siamo in fondo “strumenti nelle mani di Dio, ma pochi sanno toccare le corde giuste”» scrive Giovanni Nuti nella sua prefazione. E quando accade, la musica diventa giustizia e consapevolezza, qualità che i racconti di Ielmini riportano in una dimensione religiosa: l’assoluto «per sconfiggere l’oblio». Per dirla alla Giorgio Gaslini (altro autore della multi- prefazione, gli altri sono Patrizia Laquidara e Max De Aloe), questo libro è «un’appassionata e vissuta piccola storia di musica» che parte dal carnale per arrivare al metafisico. E, una volta arrivato, ci rimane.
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"Note a margine2" di Davide Ielmini sarà presentato sabato 30 aprile (ore 11.15) a Gallarate alla Libreria Carù e venerdì 13 maggio (ore 18) alla libreria Feltrinelli di Varese.
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