“Guasto in stazione e il prezzo dei biglietti raddoppia”
Il coordinamento Alto Verbano di Sel segnala un disservizio sulla linea ferroviaria Luino Pino. Per gli utenti un raddoppio della tariffa: da 1,50 a 3 euro
«È ormai da due settimane che ai sindaci di Luino e Maccagno è stata sottoposta l’ingiustizia, sarebbe meglio dire la beffa, per quanto riguarda il disservizio che viene offerto sulla linea ferroviaria Luino – Pino. In queste stazioni il più delle volte è fuori servizio la distributrice automatica dei biglietti (e non solo), ormai sola e "parificata" sostituzione bionica del bigliettaio. La tecnica, come spesso succede, da sola non riesce ad auto-risolvere i problemi e quando si inceppa crea discriminazione, imponendo alle persone un disservizio (ri)pagato con un raddoppio tariffario: da euro 1.50 a euro 3.00». A sollevare il problema è oggi il coordinamento dell’Alto Verbano di Sinistra ecologia e libertà che spiega nel dettaglio il disservizio: «Fare il biglietto sull’autobus sostitutivo fa normalmente scattare, per giustificate ragioni di servizio, il supplemento di ben 1.50 euro, ma questa situazione sarebbe accettabile se fosse funzionante il servizio biglietteria, invece non è così. Nell’alto Verbano la condizione è paradossale: agli utenti dei trasporti pubblici, invece di riconoscergli la buona volontà di non voler inquinare, attraverso una soddisfazione non individualistica degli spostamenti, li si snobba facendogli pagare un disservizio dell’azienda ferroviaria». «Anche i nostri amminsitratori – prosegue il coordinamento di Sel – avvisati per tempo dell’ingiustizia, sono purtroppo politicamente impotenti quando si trovano di fronte a soggette condizioni di libero mercato. Ecco perché scatta il diritto/dovere di esprimere un atto di disubbidienza civile: in questo caso salire sull’autobus e non pagare oltre 1.50 euro non ci sembra un reato ma solamente un atto di giustizia dove, a dirla tutta, volentieri assisteremmo ad un esempio dei primi cittadini. Un disagio non può trasformarsi in una bieca speculazione per l’ennesima volta pagata dai cittadini».
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