In mostra il rifugio a impatto zero

Il rifugio sul monte Rosa, a Zermatt, è realizzato in modo che il 90% dell'energia sia autoprodotta. A spiegarlo, l'architetto che l'ha realizzato Andrea Deplazes dello Studio Bearth & Deplazes

Rifugio sostenibile del Monte RosaUna mostra dedicata a un rifugio speciale: il nuovo rifugio del Monte Rosa. 
Verrà inaugurata giovedì 5 maggio 2011 alle 19.30 all’Accademia di architettura di Mendrisio una mostra interamente dedicata alla nuova Capanna Monte Rosa CAS, avveniristico progetto della Capanna che si inserisce in un paesaggio alpino spettacolare.

In occasione del vernissage, Andrea Deplazes dello Studio Bearth & Deplazes (che ha sede a Coira e a Zurigo, e che ha realizzat materialmente il rifugio) terrà una conferenza per accompagnare il pubblico alla scoperta di un’architettura che ripropone, aggiornandolo, il delicato rapporto con il contesto alpino. La nuova Capanna, inaugurata nel 2009 nelle vicinanze di Zermatt, nel Vallese, a 2883 metri sul livello del mare, è frutto del lavoro congiunto dell’ETH Zurigo e del Club Alpino Svizzero (CAS). Il progetto di ricerca per il nuovo edificio è stato condotto sull’arco di quattro semestri dalle studentesse e dagli studenti dell’ETH-Studio Monte Rosa con il supporto di numerosi specialisti di vari ambiti.

Nella fase della progettazione si è prestato attenzione a fattori d’ordine contestuale, programmatico, strutturale, costruttivo ed energetico; occorreva, in particolare, trovare una soluzione alle questioni dell’approvvigionamento energetico e idrico e dello smaltimento delle acque reflue. La Capanna è così il risultato di tecnologie d’avanguardia e rappresenta senz’altro la costruzione in legno più complessa di tutta la Svizzera.

È, infatti, dotata di un impianto fotovoltaico integrato nella facciata sud che produce una parte dell’energia necessaria ad alimentare quasi in completa autonomia l’intero edificio, mentre nelle immediate vicinanze sono stati collocati dei collettori che producono energia solare. Vengono perciò assicurati la produzione di acqua calda e il riscaldamento dell’aria. L’obiettivo finale è di garantire il 90% del fabbisogno di energia con ciò che la natura fornisce, in modo che solo una minima parte debba essere trasportata al rifugio con l’elicottero.

A forma di cristallo, in legno e completamente rivestita di un involucro di alluminio, la nuova Capanna si staglia nel cuore delle Alpi, fra ghiacciai, vette e rocce, simboleggiando una nuova dialettica con la natura e con l’ambiente circostante. Una finestra a nastro si snoda a spirale tutt’intorno all’edificio.

La posa della prima pietra risale all’agosto 2008
; da maggio a settembre 2009 sono poi stati trasportati in elicottero e assemblati sul sito gli elementi prefabbricati realizzati nel corso dell’inverno precedente a valle, mentre il cantiere riposava sotto metri di neve. La Capanna viene dunque inaugurata il 25 settembre 2009 e aperta al pubblico nel marzo 2010. La costruzione dell’edificio è stata portata a termine nell’ambito del 150° Giubileo dell’ETH Zurigo e in occasione dei 145 anni della storia delle capanne svizzere.

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Pubblicato il 26 Aprile 2011
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