Manifatturiero varesino, cresce occupazione ed export
Secondo i dati pubblicati da Osserva, il portale della Camera di Commercio, gli occupati nell'industria salgono da 118 mila a 130 mila. Oltre due miliardi di euro di esportazioni nei mercati emergenti
Qualche mese fa fece tappa a Varese Marco Fortis. In quell’occasione il celebre economista, docente dell’Università Cattolica di Milano e vicepresidente della Fondazione Edison, fece l’elogio del manifatturiero italiano, sottolineando che le nostre imprese esportano molto e sono tra le più competitive al mondo. Un dato confermato dal Trade Performance Index, che ci dà in pole position nel tessile-abbigliamento e nel cuoio-calzature, nonostante la Cina, e secondi nella produzione di macchine elettriche. La conclusione di Fortis fu netta: «l’Italia sarà uno dei paesi che uscirà meglio dalla crisi insieme alla Germania. Avremo ancora un anno e mezzo di difficoltà. La nostra crescita è più lenta, perché siamo i migliori a produrre certi beni, ma gli altri non hanno ancora la forza per comprarli».
Anche per lo scenario occupazionale l’economista sembrava piuttosto fiducioso sull’effetto trainante del manifatturiero. Alla luce dei dati pubblicati da Osserva.it (il portale della Camera di Commercio che raccoglie tutte le fonti statistiche sull’economia varesina), nel primo trimestre 2011, quella tendenza annunciata otto mesi prima, inizia a manifestarsi (con cautela). Il totale degli occupati in provincia di Varese è pari a 374 mila unità (+1,9%), cifra ancora lontana dai 391mila del 2007. Se il dato generale è ancora negativo, gli occupati nell’industria varesina sono però in ripresa: si è passati infatti dalla quota minima di 118mila, durante il periodo più buio della recessione, agli attuali 130mila, ovvero il 35% del totale degli occupati, contro una media lombarda pari al 26,5% e nazionale del 20%. Gli altri settori, invece, registrano tutti un segno negativo: il terziario -3,00% (212.000 occupati), le costruzioni + 10,3% (31.000) e l’agricoltura – 33,3 % (2.000).
Secondo Fortis, un altro dato che rivela la ripresa del manifatturiero italiano sono le esportazioni nei mercati emergenti raccolti sotto gli acronimi Bric (Brasile, Russia, Inda e Cina) e Mikt (Messico, Indonesia Corea del Sud e Turchia): tra il dicembre 2009 e il novembre 2010 le aziende italiane hanno esportato in quei paesi per 37 miliardi di euro, contro i 36 della Francia e i 15 della Spagna. L’Italia è, dunque, seconda solo alla Germania che veleggia su cifre irraggiungibili (132 miliardi di euro).
Questa tendenza alla crescita dell’export nei mercati emergenti, secondo i dati pubblicati da Osserva, è presente anche nel sistema varesino che oltre a far registrare una ripresa delle esportazioni sui mercati tradizionali, come l’area europea (+14,14%), fa segnare un + 10,94, per un totale di oltre 2 miliardi di euro negli altri Paesi del mondo.
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