I genitori di Nicola: «Un immenso grazie a tutti»
Mamma e papà del ragazzo scomparso hanno rassicurato sulle condizioni di salute del quattordicenne scomparso di casa l'1 giugno e ritrovato ieri in Svizzera dopo giorni di estenuanti ricerche da parte dell'intero paese
«Ringraziamo tutti: i carabinieri, i locatesi, la stampa, le protezioni civili di Como e Varese, i Vigili del Fuoco, l’amministrazione comunale, la Polizia doganale di Chiasso». Hanno esordito così i coniugi Tavaglione che hanno convocato una conferenza stampa proprio per esprimere la loro gratitudine nei confronti di tutti quelli che hanno aiutato nelle ricerche di loro figlio Nicola. I volti ancora tirati da una settimana da incubo nella quale hanno cercato loro figlio, scomparso l’1 giugno dalla loro abitazione e ritrovato ieri mattina, mercoledì, a Zurigo. Le rcerche frenetiche nei boschi e nei prati intorno al paese, in valle, nelle stazioni non avevano dato i frutti sperati; poi i genitori si sono rivolti alla stampa locale e ai media nazionali con la nota trasmissione "Chi l’ha visto?" che ha rilanciato l’appello. Migliaia le segnalazioni giunte ai carabinieri di Cantù che hanno fatto da coordinatori nelle ricerche. Poi la svolta, dopo la sospensione delle ricerche avvenuta lunedì.
Entrambi, accompagnati dagli psicologi della Protezione Civile, hanno letto il breve comunicato un
po’ ciascuno e si sono commossi al momento di esprimere la loro vicinanza a tutte quelle famiglie che non hanno avuto la fortuna di poter riabbracciare il proprio figlio. In quel momento devono aver pensato di tutto. Poche le parole sulle condizioni del figlio 14enne: «Ora sta bene ed è a casa – ha detto il papà – non abbiamo parlato di scuola e non lo faremo nemmeno nei prossimi giorni. Ora deve realizzare quello che è successo e ritrovare tranquillità ed equilibrio». Proprio il suo rendimento scolastico, che aveva fatto preoccupare mamma e papà, sarebbe alla base della sua fuga durata una settimana.
Notevole lo sforzo messo in campo dal comando provinciale dei Carabinieri che hanno visionato le riprese delle telecamere di sorveglianza di decine di stazioni, compresa Milano da dove sarebbe arrivata la segnalazione che ha fatto cambiare marcia alle ricerche fino al ritrovamento avvenuto a Zurigo. Il giovane, fermato dalla polizia svizzera, aveva dato generalità false dicendo di chiamarsi Nicolas Bleiss. Non si esclude si sia servito della collaborazione di qualcuno, almeno nel passare il confine visto che era un minore non accompagnato su un treno internazionale, ma per il momento si pensa abbia fatto tutto da solo. Trapela anche qualche particolare sul momento in cui ha riabbracciato i genitori: era felice di rivederli. Il capitano de carabinieri canturini Giuseppe Murano lo ha descritto come un momento di sentimento autentico e senza filtri, una scena commovente.
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