Svizzeri al 60 per cento: nuove regole per gli orologi “Swiss made”
Cambiano i parametri per certificare la qualità elvetica. Ma i produttori avrebbero voluto criteri più rigidi per tutelare la qualità del marchio
Cambiano le regole per ottenere la prestigiosa etichetta "Swiss made", il marchio che indica la qualità tecnica ed estetica dei prodotti elvetici. Lo comunica la Federazione dell’industria orologiera (Fh) l’ente che raggruppa oltre il 90 per cento delle industrie svizzere produttrici.
A seguito degli accordi tra la Confederazione e l’Unione europea è stato modificato il tasso minimo di componenti svizzere che premette al prodotto di sfoggiare la denominazione. Di conseguenza saranno "Swiss made" tutti gli orologi meccanici con almeno il 60 per cento dei costi di fabbricazione rappresentato da operazioni fatte in Svizzera e non più il 50 come è attualmente. Tuttavia questo nuovo parametro che secondo gli addetti ai lavori sarebbe la conseguenza di pressioni dell’Unione Europea, non soddisfa a pieno le aspettative della federazione dei produttori che avrebbe voluto rafforzare ulteriormente le norme per il "Swiss made". Nel mese di giugno del 2007, i delegati della FH avevano affermato di voler portare questo tasso all’80 per cento per gli orologi meccanici e al 60 per cento per quelli elettronici. La FH aveva chiesto più volte alle autorità svizzere di imporre criteri più severi per il "Swiss made" in modo da garantire "la sua credibilità e valore nel lungo termine". L’ordinanza consentiva infatti di poter designare orologi con il marchio anche in caso di "un contenuto molto debole in valore aggiunto svizzero. L’utilizzo diffuso del termine "Swiss made" consentito dalla legge vigente, e le pratiche insostenibili che questa azione sta generando, stanno compromettendo il futuro di un intero settore" aveva dichiarato la stessa federazione.
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