I ristorni fanno litigare il governo
Botta e risposta in conferenza stampa tra i consiglieri Marco Borradori e Laura Sadis. Il leghista: "Vincolare i soldi è una scelta legale, è Berna che deve rispondere"
«Il Ticino non è soltanto un cantone pagatore. Noi siamo dei politici e dobbiamo tuttelare l’interesse di questo paese». Termina con uno scontro interno al governo, tra i consiglieri Laura Sadis e Marco Borradori, la conferenza stampa in Ticino sulla decisione di congelare una parte dei ristorni prelevati dagli stipendi dei lavoratori frontalieri e destinati ai comuni italiani di confine.
La Sadis, ha ribadito la sua contrarietà alla decisione del Consiglio di Stato di bloccare i versamenti per l’Italia definendola una «scelta che rischia di protare più svantaggi che giusta attenzione al nostro cantone». Parole che hanno provocato una "seccata" reazione del politico della Lega dei Ticinesi, Marco Borradori che ha replicato: «Quello che facciamo è per il cantone e lo facciamo in modo trasparente e legale. Pagheremo la metà della quota dovuta e l’altra metà resterà su un conto vincolato finchè le cose non si sbloccherano. Violiamo il diritto internazionale? Questo riguarda Berna. È la confederazione che deve versare i soldi e a cui spetta fare i passi opportuni». «Ma è l’accordo che lo dice (riferito ai bilaterali del 1974, ndr)» ribatte ancora Laura Sadis. «Non importa, se così fosse avremmo buttato via tempo a discutere. E poi non è solo la lega a sollevare questi problemi. Lo scorso maggio anche il Plr aveva sottoposto il problema della rinegoziazione degli accordi a Berna. Ha chiesto più coinvolgimento del Cantone e di intervenire sulle decisioni riguardo la black list, gli impedimenti burocratici e il segreto bancario. Anche in quel caso era stato proposto un conto corrente vincolato da sbloccare solo quando le trattative dell’Italia saranno riprese».
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