Si può cambiare

Una risposta alla lettera del dottor Zocchi sulla questione dei vitalizi agli ex parlametari

L’articolo sui vitalizi agli ex parlamentari ha scatenato, come era naturale che fosse, molte reazioni e commenti. Abbiamo aggiunto due soggetti che ci erano sfuggiti, facendo così salire a 23 i nostri concittadini che percepiscono il vitalizio. Sono arrivate anche numerose lettere tra cui quella del dottor Luigi Zocchi, deputato di Forza Italia dal ’94 al ’96, a cui abbiamo dato ampio risalto.
Lo ringraziamo per quanto ci scrive perché rende trasparente la sua posizione ed è segno di attenzione al nostro lavoro. Non abbiamo dubbi sulla qualità della sua attività nelle aule parlamentari e vogliamo rassicurarlo sul fatto che nell’articolo lui viene citato in quanto è l’onorevole che è rimasto in carica per il minor tempo e non per qualche antipatia o avversione, che francamente non avrebbe ragione di esistere.
Siamo disponibili, e lo faremo, a riprendere questo tema che non raccontiamo in modo "scandalizzato o scandalizzante". Ne parliamo perché è uno dei tanti aspetti del nostro sistema politico che va riformato. Il dottor Luigi Zocchi non fa bene i conti quando dice che chiunque deve comunque versare 60 mensilità volontarie per accedere poi al vitalizio parlamentare. Potrebbe scrivercelo lui quanto gli costò quella scelta e quali sono stati i benefici arrecati. Scopriremmo che c’è una tale differenza da far gridare altro che allo scandalo.
Il problema non è il meccanismo legale che lo determina, ma il senso di una istituzione quale il vitalizio. Sappiamo bene che intervenire oggi risolverebbe poco se non toccando in maniera discutibile "diritti acquisiti", ma chi prende il vitalizio non può scandalizzarsi se i cittadini si indignano.
Quanto ai commenti restiamo colpiti negativamente da tanti eccessi e da polemiche estreme. Abbiamo dovuto eliminare decine di commenti piene di frasi offensive e violente. Tanto astio fa riflettere.
L’Italia ha bisogno di più politica e non di meno politica. Ogni scarto da questo diventa pericoloso perché porta a possibili derive autoritarie. Resta il fatto che oggi siamo in presenza di una tale sfiducia che non prenderne in considerazione le ragioni è miope e da irresponsabili. Spiace constatarlo, ma questa sembra la posizione di molti "addetti ai lavori". C’è un immobilismo terribile e una sorta di rinuncia fatta di qualunquismo che unito al populismo degli attuali governanti non lascia ben sperare. 
Il nostro compito è di informare perché solo dalla reale conoscenza delle cose ci si forma un’opinione e da qui la consapevolezza per cambiare. E cambiare si può. Si deve.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 22 Agosto 2011
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